Maxi multa in Austria al Tir italiano: "Aiuti umanitari all'Ucraina non autorizzati"

L'episodio al ritorno, a veicolo vuoto e a pochi chilometri dalla nostra frontiera. La richiesta: pagare 1.600 euro subito o sequestro del mezzo

Il tir multato dell'associazione Budoni Soccorso

Il tir multato dell'associazione Budoni Soccorso

Multati in Austria di ritorno dall'Ucraina. Motivo? «Aiuti umanitari non autorizzati». Lo denuncia la rete associativa Anas, che da alcune settimane con i propri volontari fa la spola tra Italia e Ucraina per portare aiuti alle popolazioni sotto le bombe e trasportare al sicuro famiglie in fuga dalla guerra. La sanzione ha colpito il tir della coop «Budoni Soccorso» tra la sorpresa dei volontari impegnati nella missione. Milleseicento euro e spicci, da pagare subito per evitare il sequestro del mezzo. E così ha dovuto fare il presidente della coop, Giacinto Congiu, quando ormai mancavano pochi chilometri dal confine italiano e il tir era vuoto: medicinali e vestiti erano stati già consegnati.

Gli agenti hanno contestato la mancata comunicazione di viaggio, senza indicare, spiega l'associazione, quali norme siano state violate. Nel tir sono ben visibili tutte le insegne di Anas. Non solo: Congiu ha mostrato la lettera su carta intestata di Anas Italia inviata regolarmente prima della partenza al ministro degli Esteri italiano e a quello dell'Interno. Si tratta del secondo viaggio effettuato dallo stesso tir verso l'Austria e anche su questo gli agenti hanno avuto da dire: «Vi tenevamo d'occhio perché ci eravate sfuggiti l'altra volta».

Della vicenda si sta occupando la presidenza nazionale dell'associazione, che ha dato incarico all'avvocato Renato Chiesa del Foro di Cagliari di valutare un ricorso. «È a rischio il futuro delle nostre missioni - spiega all'Ansa il presidente del dipartimento protezione civile della rete associativa, Claudio Cugusi - Noi siamo volontari, ci quotiamo per tutto. Possiamo varcare il mare grazie alle compagnie di navigazione quando partiamo dalla Sardegna. Organizziamo eventi di autofinanziamento in tutta Italia per poterci permettere il costo delle trasferte. Se arrivano botte del genere - chiarisce - è evidente che non siamo più in grado di portare i nostri aiuti alla frontiera polacca o, come accaduto questa volta, a Kramatorsk, in Ucraina».