Spazio, le prime immagini del telescopio Webb. L'umanità ai confini dell'universo

Il presidente Usa Joe Biden ha svelato gli "scatti": "E' un momento storico"

"È un giorno storico". Così Joe Biden alla presentazione delle prime immagini riprese dal telescopio James Webb. Immagini che sono un "primo assaggio", che dimostrano che "l'America può fare grandi cose". James Webb è il nuovo e più potente dei telescopi spaziali, nato dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e agenzia spaziale canadese (Csa). Lanciato il 25 dicembre 2021 e, grazie ai suoi strumenti innovativi e potentissimi, destinato a scoperte fondamentali, capaci di rivoluzionare l'astronomia e a fornire una visione dell'Universo con un dettaglio senza precedenti. 

Il presidente Usa ha svelato  la prima immagine ripresa dal telescopio James Webb, insieme alla vicepresidente Kamala Harris e al capo della Nasa Bill Nelson. "Galassie che brillano accanto ad altre galassie. Una piccola porzione dell'universo", ha detto il numero uno della Nasa, spiegando a Biden la prima immagine ripresa dal  telescopio, con il quale saremo in grado "di rispondere a domande che ancora non sappiamo ancora formulare". Un entusiamo che ha coinvolto il presidente Usa che ha twittato: "La prima immagine dal telescopio Webb rappresenta un momento storico per la scienza e la tecnologia, per lastronomia e l'esplorazione spaziale. Ma anche per l'America e tutta l'umanità".

 

 "Con il Telescopio spaziale James Webb possiamo sperare di vedere le prime galassie formate tra 100 e 300 milioni di anni dopo il Big Bang", spiega  Adriano Fontana, ricercatore dell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF), parlando del primo rilascio delle immagini del telescopio spaziale della Nasa e dell'Esa.

"I dati presentati dal presidente Biden - premette - sono la dimostrazione che è valsa la pena di aspettare tutti questi anni. Le capacità di James Webb sono molte volte superiori a quelle che qualsiasi telescopio da terra può ottenere oggi o nel prossimo futuro. La sua specialità è  vedere nell'infrarosso, cioe' alle lunghezze d'onda che ci permettono di osservare le galassie più lontane dell'universo, oppure nel cuore delle nebulose in cui nascono nuovi pianeti e le nuove stelle. Zone dell'universo che neanche l'Hubble Space Telescope o i telescopi da terra possono osservare".

 James Webb è "con ogni probabilità il satellite astronomico piu' complesso che sia mai stato lanciato nello spazio. Oltre allo specchio, composto da segmenti perfettamente allineati tra di loro, è dotato di 4 strumenti straordinariamente sofisticati, ognuno dei quali ha molte configurazioni e modalità operative. Un'altra cosa straordinaria, dimostrata dai dati rilasciati ieri notte,è che questi strumenti stanno funzionando perfettamente, meglio di quanto si aspettassero i progettisti. Che un oggetto così complesso sia stato lanciato nello spazio e funzioni perfettamente a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, e alla temperatura di soli 40 gradi dallo zero assoluto, e' davvero uno straordinario risultato tecnologico". Scientificamente, aggiunge Fontana, "i dati aprono una nuova finestra su un'epoca della storia dell'universo che non è ancora stata esplorata. Grazie alla potenza di James Webb, siamo in grado di osservare galassie la cui luce ha viaggiato per quasi tutta l'eta' dell'Universo prima di giungere a noi. In questo modo, possiamo vedere l'universo come era poco tempo dopo il Big Bang, quando le sue prime stelle si formavano nelle galassie che si affacciavano sull'universo giovane. L'aver puntato il telescopio su un ammasso di galassie ci ha permesso di sfruttare l'effetto di amplificazione della luce - un effetto previsto dalla relativita' generale di Einstein - per rendere visibili gli oggetti molto distanti che sono dietro l'ammasso stesso. Questi dati - e altri analoghi - ci permetteranno di studiare nel dettaglio come si sono formate le prime galassie, e anche di studiare il mistero della materia oscura che domina l'ambiente dell'ammasso".