La Russia attacca l'Ucraina. Ora cosa può (o deve) fare l'Onu?

Cosa dice il diritto internazionale e quali sono i poteri delle Nazioni Unite

"E' responsabilità di questo organismo fermare la guerra. Chiedo a tutti voi di fare il possibile per fermare la guerra". E' fermo l'appello dell'ambasciatore ucraino all'Onu, Sergiy Kyslytsya, alla riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza (che si è tenuta nella notte italiana). "E' troppo tardi per parlare di de-escalation". L'attacco all'Ucraina è scattato proprio mentre era in corso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su sollecitazione di Kiev. Secondo l'ambasciatrice degli Stati Uniti all'Onu, Linda Thomas-Greenfield, con una simile azione il presidente russo Vladimir Putin ha "consegnato un messaggio di guerra" al mondo. "Nel momento esatto in cui siamo riuniti nel consiglio in cerca di pace, Putin ha lanciato un messaggio di guerra in totale disprezzo per la responsabilità di questo consiglio. Questa è una grave emergenza. Il consiglio dovrà agire e metteremo una risoluzione sul tavolo di domani". Un funzionario americano sotto anonimato ha dichiarato che è atteso un voto in linea di principio venerdì.

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha fatto appello a Putin:  "Nelle circostanze attuali, devo dire: il presidente, in nome dell'umanità, riporti le sue truppe in Russia. In nome dell'umanità, non lasci iniziare quella che potrebbe essere la peggiore guerra dall'inizio del secolo in Europa". Ma cosa può fare realmente l'Onu, di fronte a questa situazione? La risposta viene dal diritto internazionale ma, soprattutto, dallo status quo: praticamente nulla. Vediamo perché.

Cosa dice il diritto internazionale 

Uno dei principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili (che sono fonti del diritto internazionale), è il rispetto della "sovranità territoriale" di uno Stato, riconosciuto nella sua piena integrità territoriale e dei confini dalle Nazioni Unite, dalle altre principali organizzazioni internazionali e dalla comunità degli Stati. L'Ucraina, in questo caso, ha il diritto di vedersi riconosciuta la sovranità internazionale e d'altra parte la Carta delle Nazioni Unite, all’articolo 2 paragrafo 4, impone agli Stati di astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza dirette "contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato". I confini si possono cambiare ma non con la forza, bensì solo con accordi. 

D'altra parte il presidente Vladimir Putin non ha mai parlato di guerra ma di un’operazione di "peacekeeping" e ha giustificato l'aggressione all'Ucraina con la necessità di difendere le minoranze russe del Donbass dal "genocidio" da parte delle autorità di Kiev. Una fattispecie che esiste (nel diritto internazionale si parla di "guerre di liberazione nazionali") ma che vale solo in determinate circostanze, davanti a popoli costretti a lottare "contro la dominazione coloniale e l’occupazione straniera e contro regimi razzisti".

Cosa può fare l'Onu

Detto che dunque la modifica delle frontiere fra Stati sovrani ottenuta con l'uso unilaterale della forza è illegittima e condannata dal diritto internazionale fin dalle sue fonti più basilari, le Nazioni Unite possono fare qualcosa? Lo statuto dell'Onu ne parla al capitolo VII dedicato a "Azione rispetto alle minacce alla pace, alle violazioni della pace ed agli atti di aggressione". Gli articoli 41 e 42 parlano, rispettivamente, di "misure non implicanti l’impiego della forza armata" (interruzione totale o parziale delle relazioni economiche e delle comunicazioni ferroviarie, marittime, aeree, postali, telegrafiche, radio ed altre, e la rottura delle relazioni diplomatiche) e di misure più decise con "forze aeree, navali o terrestri per intraprendere ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale. Tale azione può comprendere dimostrazioni, blocchi ed altre operazioni mediante forze aeree, navali o terrestri di Membri delle Nazioni Unite".

A decidere queste misure è il Consiglio di sicurezza dell'Onu, che è l'organo incaricato di mantenere la pace e la sicurezza internazionali, e qui arriva la paralisi: l'organismo non può agire, in quanto la crisi riguarda direttamente un membro permanente, cioè la Russia, che ovviamente eserciterebbe il diritto di veto. Infatti le decisioni del Consiglio di Sicurezza richiedono il voto positivo di nove membri ma è sufficiente il voto negativo di uno dei membri permanenti, per annullare la decisione.

E dunque cosa si può fare? Le vie praticabili restano quelle della diplomazia, che finora, però, nulla ha potuto. 

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