Putin contro Zelensky: chi vince la guerra della comunicazione

I leader di Russia e Ucraina a confronto: linguaggio del corpo, modo di utilizzare parole e social network

Il presidente ucraino Volodymyr Zielinsky e Vladimir Putin

Il presidente ucraino Volodymyr Zielinsky e Vladimir Putin

Volodymyr Zelensky contro Vladimir Putin.  Davide contro Golia. Ucraina contro Russia. Nato in piena guerra fredda Russia-Stati Uniti il primo, venuto al mondo poco dopo la seconda guerra mondiale il secondo. Un passato da attore il primo, uno da ex spia dei servizi segreti il secondo. Due leader più differenti, forse, nel mondo sarebbe difficile trovarli. E proprio loro sono i due leader contrapposti nella sanguinosa guerra - "operazione militare speciale" secondo lo "zar" russo - che sta mietendo migliaia di vittime in Ucraina e sta costringendo milioni di persone a lasciare le loro case per cercare rifugio altrove. Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, l'un contro l'altro armati... ma di parole. Tante quelle dell'ucraino, poche ma dritte al punto quelle del russo. E se la guerra fosse soltanto fatta di parole? Sicuramente senza l'inutile spargimento di sangue e le tragedie umane a cui  stiamo assistendo sarebbe tutto molto diverso. Chi vincerebbe?

Linguaggio del corpo

Vladimir Putin trasmette distacco e fredda, anzi glaciale, determinazione. La determinazione di chi attacca e quindi deve rimanere fermo. Lo si nota anche nelle sue apparizioni pubbliche: postura rigida, quasi granitica, pochi movimenti e il più delle volte rigidi. Il messaggio è chiaro: fermezza e compattezza nei propri propositi, la sua posizione è l'unica possibile. Volodymyr Zelensky è l'esempio contrario: non si fa quasi mai inquadrare a figura intera - in questo modo l'inquadratura è più vicina e l'impatto è di comunicazione più diretta con il pubblico -, il suo tono di voce è deciso ma accorato e i suoi gesti sono fluidi e mirano a coinvolgere l'uditorio. L'ambientazione dei discorsi di Putin è sempre uno studio ben organizzato e il leader russo è sempre seduto a un tavolo. La location scelta da Zelensky, invece, non è quasi mai riconoscibile: quando il leader ucraino non si mostra per le strade di Kiev, lo troviamo con un semplicissimo muro bianco alle spalle impreziosito soltanto dalla bandiera ucraina. 

Abbigliamento

Camicia bianca, giacca scura e cravatta scura per Putin, t-shirt quasi sempre color verde militare per Zelensky. La differenza di messaggi è chiarissima: istituzionale e "autorevole" quello del leader russo, da combattente ed "esponente del popolo" e della Resistenza quello del presidente ucraino. Ancora una volta da un lato la razionalità e dall'altro il sentimento.

Le parole

Riferimento ai soldati e all'onore della nazionale, al "dna del popolo" - "Nulla mi farà ritrattare il fatto che quello russo e quello ucraino sono un unico popolo" -, al coraggio, alle conseguenze pratiche ed economiche sulle famiglie dei militari e alla necessità di "liberare l'Ucraina dai nazisti". Questo sono le parole che imperniano i discorsi di Vladimir Putin. Patria, quindi. Questo è il concetto ricorrente. Si rivolge invece alla "pancia" del popolo ucraino e del popolo russo Volodymyr Zelensky. Una sorta di captatio benevolentiae di cui Putin ritiene di non aver bisogno, considerandosi nel giusto - d'altro canto, chi attacca non può mai dar spazio al dubbio altrimenti dal punto di vista strategico sarebbe un arretramento -, ma sulla quale Zelensky ha improntato la propria comunicazione sin dai primi giorni della guerra in Ucraina. Si rivolge al popolo ucraino, ma anche alle madri russe. Si rivolge ai cittadini, alle persone. Uno si rivolge ai soldati, l'altro ai cittadini. Ma non solo. Il leader ucraino cerca e si prende anche la platea internazionale, partecipando da remoto ad audizioni al Parlamento Europeo e a manifestazioni di piazza come quella di Firenze. Il presidente russo invece "esce di rado e parla ancora meno", parafrasando il titolo di un album di Adriano Celentano. 

I social network

Un po' forse per età, uno 69 anni e l'altro 44, un po' per propensione e un po' per necessità: Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky hanno un rapporto diametralmente opposto con i social network. Il primo li oscura, il secondo è un prezzemolino di Instagram e Twitter. Putin è l'esempio perfetto di quello che chiameremmo in slang un "boomer", ovvero un attempato appartenente a una generazione non avvezza all'utilizzo della tecnologia. Zelensky invece potrebbe essere equiparabile a un Tik Toker, a un influencer. Sempre presente sui social con video, quasi sempre selfie, tweet e appelli: il leader ucraino ha contribuito in modo decisivo a far diventare la guerra in Ucraina il conflitto più social e mediatico che si sia mai registrato nella storia dell'umanità.