Russia, cos'è la mobilitazione parziale di 300mila riservisti e cosa può succedere

Il decreto firmato da Putin per il richiamo alle armi obbliga molti civili ad arruolarsi. A Kiev un comando di 150 specialisti militari occidentali prepara la risposta

La Duma riunita ha approvato la mobilitazione militare dei riservisti russi

La Duma riunita ha approvato la mobilitazione militare dei riservisti russi

Mosca - Cos’è la mobilitazione parziale russa e cosa può succedere ora sul teatro di guerra ucraino? Partiamo dal principio che in Russia ono “le più alte autorità” regionali, ossia i governatori che “assicurano” la chiamata alle armi “dei cittadini per il servizio militare per la mobilitazione nelle Forze armate della Federazione nel numero e nei termini stabiliti dal Ministero della Difesa”. Questa è una delle specifiche emerse dal decreto presidenziale firmato da Vladimir Putin che allarga il numero di cittadini russi che possono essere richiamati alle armi sino ad almeno 300.000 persone, per ora. Quanto alla minaccia più o meno esplicita del ricorso all'arma atomica, da più parti gli osservatori tendono a considerarlo un segno di debolezza dello zar.

Nel documento non si parla soltanto di “forze armate della Federazione russa” ma pure di “altre truppe”, un termine generico che non viene meglio specificato. L’ordine di Putin al governo della Federazione Russa è quello di “finanziare attività di mobilitazione parziale” e “adottare le misure necessarie per soddisfare le esigenze delle forze armate della Federazione Russa, di altre truppe, formazioni e organismi militari durante il periodo di mobilitazione parziale”. Inoltre “i cittadini della Federazione Russa chiamati al servizio militare mediante mobilitazione hanno lo status di personale militare in servizio nelle forze armate della Federazione Russa in base a un contratto”.

E al contratto non si sfugge, se non per “raggiungimento del limite di età per il servizio militare”, “motivi di salute” o detenzione in seguito a sentenza penale. Secondo il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, l’annuncio della mobilitazione parziale da parte del presidente russo Vladimir Putin è una “ammissione che la sua invasione (dell’Ucraina, ndr) sta fallendo”. Putin “e il suo ministro della Difesa hanno mandato a morire decine di migliaia di propri cittadini, mal equipaggiati e mal guidati”, ha dichiarato Wallace in una nota diffusa dal ministero della Difesa, aggiungendo che “la propaganda non può nascondere il fatto che l’Ucraina sta vincendo questa guerra, che la comunità internazionale è unita e che la Russia sta diventando un paria globale”.

Nel frattempo, il ministro della difesa russo Shoigu ha detto che la mobilitazione parziale è innanzitutto necessaria per il controllo della linea del fronte di 1.000 km e dei territori occupati (“liberati”, secondo i russi) e ha affermato che un comando di 150 specialisti militari occidentali” si trova “effettivamente a Kiev”. Insomma, “oggi siamo in guerra non tanto con l’Ucraina, con l’esercito ucraino, ma con l’Occidente collettivo”, ha detto il capo della Difesa russa.

«Abbiamo un’enorme risorsa di mobilitazione che comprende coloro che hanno prestato servizio nell’esercito, coloro che hanno esperienza di combattimento e specialità militari», ha dichiarato il ministro della Difesa russo Serghiei Shoigu, ripreso dalla Tass. «Abbiamo quasi 25 milioni di queste persone. Pertanto - ha proseguito Shoigu - si può comprendere che questa è una mobilitazione parziale, l’1% o poco più, 1,1% della risorsa totale di mobilitazion