Il "compleanno" del Covid? È l'11 dicembre: il primo caso nel mondo al mercato di Wuhan

La prestigiosa rivista Science dimostra che il paziente zero fu una venditrice di animali al mercato. L'origine del contagio? Da un animale vivo

Il mercato di Huanan a Wuhan da dove sarebbe partita la pandemia

Il mercato di Huanan a Wuhan da dove sarebbe partita la pandemia

Pechino - Non c'è molto da festeggiare, ma ora anche il Covid ha un compleanno certo. Il primo caso di coronavirus nel mondo, ormai pare accertato, è stato quello di una venditrice del mercato degli animali di Wuhan e non di un contabile che viveva a chilometri di distanza come stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La nascita del Covid va dunque ridatata all'11 dicembre 2019 per il contagio di una donna e non, come si riteneva, dell’uomo infettatosi l’8 dicembre. La scoperta del "paziente zero" nel mondo è stata pubblicata dalla rivista Science in un articolo del virologo Michael Worobey. Secondo lo scienziato l’analisi dei primissimi casi di Covid-19 in citta’, fanno chiaramente pendere la bilancia verso un’origine animale del virus. Worobey scrive che la sua ricerca “fornisce forti prove a favore di un’origine della pandemia attraverso un animale vivo” da questo mercato.

 “In questa citta’ di 11 milioni di persone, la meta’ dei primi casi sono legati a un luogo delle dimensioni di un campo di calcio”, ha detto al New York Times. “Diventa molto difficile spiegare questa tendenza se l’epidemia non e’ iniziata in quel mercato”. Il primo caso conosciuto diventa cosi’ quello di una donna che si e’ ammalata l’11 dicembre. Intervistato dal New York Times, Peter Daszak, che era uno degli esperti inviati dall’Oms a Wuhan nel gennaio 2021, ha riconosciuto che “la data dell’8 dicembre e’ stata un errore”. Il prestigioso Science riaccende così il dibattito sulle origini della pandemia fra la fuga dal laboratorio di Wuhan al contagio dall’animale all’uomo. Lo scienziato Michael Worobey, esperto nel tracciare l’evoluzione dei virus alla University of Arizona,  aveva notato delle discrepanze fra le informazioni pubbliche disponibili ma anche tramite interviste condotte in Cina. 

Lo studio tra i legami del venditore al Huanan Seafood Wholesale Market e i primi pazienti ricoverati  ha attinto ad una miriade di fonti, tra cui la letteratura scientifica e i giornali contemporanei, per sviluppare la sua cronologia. Secondo Worobey, la maggior parte dei primi casi del virus erano associati al mercato ittico all’ingrosso di Wuhan, suggerendo come il salto di specie, noto anche come spillover, dagli animali vivi del mercato all’uomo, fosse la probabile fonte di COVID-19. Sfortunatamente, nessun mammifero vivo raccolto dal mercato di animali vivi di Wuhan è stato sottoposto a screening per virus correlati a SARS-CoV-2 e il mercato e’ stato chiuso e disinfettato subito dopo che i casi sintomatici sono iniziati ad aumentare. Nonostante questo, Worobey ha osserva che la maggior parte dei primi casi sintomatici erano collegati al mercato di Wuhan, e in particolare alla sezione occidentale in cui venivano ingabbiati animali noti per essere sensibili ai coronavirus.

 “Anche se potrebbe non essere mai possibile recuperare virus correlati dagli animali, se non sono stati campionati al momento dell’emergenza, la prova conclusiva di un’origine dal mercato di Wuhan dalla fauna selvatica infetta può comunque essere ottenuta attraverso l’analisi dei modelli spaziali dei primi casi e da ulteriori dati genomici. Dati, inclusi campioni positivi SARS-CoV-2 dal mercato di Wuhan, nonché attraverso l’integrazione di ulteriori dati epidemiologici”, hanno scritto gli autori. “La prevenzione di future pandemie dipende da questo“.

Lo studio afferma che la maggior parte dei primi casi sintomatici erano collegati al mercato, in particolare nell’area in cui venivano ingabbiati i procioni. Il professor Worobey che è stato uno dei circa 15 esperti che a metà maggio hanno pubblicato una rubrica su Science chiedendo una seria considerazione della tesi che il virus fosse trapelato da un laboratorio di Wuhan, in questo ultimo articolo, ha sostenuto che la sua ricerca sull’origine dell’epidemia “fornisce una forte evidenza di un’origine della pandemia sul mercato di animali vivi”. 

Una precedente critica alla teoria del mercato era che, poiché le autorità sanitarie hanno lanciato l’allarme sui casi di una malattia sospetta collegata al mercato già il 30 dicembre 2019, ciò avrebbe introdotto un pregiudizio che ha portato all’identificazione di più casi lì che altrove, poiché l’attenzione era già stata attirata su di esso.