Critica la guerra, banchiere russo costretto a svendere il proprio impero al 3% del valore

L'acquirente è un altro oligarca, ma vicino al Cremlino. Ora Tinkov ha assoldato guardie del corpo per non fare la fine di altri ricchi russi morti insieme alle famiglie

L'oligarca russo Oleg Tinkov costretto dal Cremlino a svendere tutto

L'oligarca russo Oleg Tinkov costretto dal Cremlino a svendere tutto

Mosca - L'oligarca russo Oleg Tinkov ha raccontato di essere stato costretto a svendere le azioni della sua banca dopo le sue dure critiche contro la "folle guerra" in Ucraina, osteggiata dal "90% dei russi". "Non ho potuto discutere il prezzo. Era come essere in ostaggio. Una prende quello che gli offrono. Non ho potuto negoziare", ha detto al New York Times.  Tinkov ha raccontato di aver dovuto cedere il suo pacchetto del 35% di azioni della Tinkoff Bank, da lui fondata, per pochi "copechi".

L'acquirente, l'oligarca Vladimir Potanin, vicino al Cremlino, ha pagato il 3% del valore reale, afferma il banchiere. Il Cremlino, ha aggiunto, aveva anche minacciato di nazionalizzare la Tinkoff bank se non avesse tagliato ogni rapporto col suo fondatore. Da anni residente all'estero, Tinkov ha detto di aver assoldato guardie del corpo dopo che suoi amici l'hanno avvertito che il Cremlino vuole ucciderlo, facendoli fare la stessa fine di diversi oligarchi trovati recentemente morti assieme ai famigliari. 

 Tinkov era diventato uno degli uomini più ricchi della Russia con la sua banca digitale Tinkoff, seconda banca privata russa, quotata alla borsa di Londra. Ma la guerra ha fatto crollare le sue azioni e il governo britannico ha varato sanzioni nei suoi confronti. Il suo patrimonio è calato di cinque miliardi di dollari e ha perso il suo status di miliardario.  "Non vedo alcun beneficio da questa guerra folle! Persone innocenti e soldati muoiono. I generali, si svegliano con i postumi di una sbornia e si rendono conto di avere un esercito di m...".

"Ma non è tutto: "Come può fare bene l'esercito, se ogni altra cosa nel paese è una m.., nel pantano del nepotismo e il servilismo?", ha scritto in russo il 19 aprile su Telegram, aggiungendo che il "90 dei russi è contro la guerra". Passando poi all'inglese, Tinkov aveva chiesto all'Occidente: "per favore date a Putin una chiara uscita perché possa salvare la faccia e fermare il massacro. Per favore siate razionali e umanitari".