Tosse e febbre alta, Navalny trasferito in ospedale: ipotesi Covid

Lui parla di tubercolosi contratta nella colonia penale. Impedito ai suoi medici di vederlo. "Nessun detenuto ha privilegi", dice il Cremlino

Anastasiya Vasilyeva, medico di Alexei Navalny, trattenuta dagli agenti

Anastasiya Vasilyeva, medico di Alexei Navalny, trattenuta dagli agenti

Mosca - Era da cinque giorni in sciopero della fame, per avere cure mediche, sempre negate. Ora il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny, da qualche settimana in un carcere siberiano, è stato trasferito in ospedale per il trattamento di sintomi attribuibili ad una malattia respiratoria. Lo riporta il quotidiano russo Izvestiya, mentre i suoi avvocati riferiscono che è “in cattive condizioni“ e ha perso molto peso. Su Instagram, lo stesso Navalny afferma di avere tosse e febbre persistenti, e segnala almeno tre casi di tubercolosi nella colonia penale dove è detenuto, denunciando ancora una volta le condizioni sanitarie e igieniche all’interno del campo Ik-2 di Pokrov, a circa 80 chilometri da Mosca. 

“Qualora avessi la tubercolosi, sarebbe carino se almeno scacciasse il dolore alla schiena e l’intorpidimento alle gambe“, scriveva Navalny dalla prigione prima di essere trasferito in ospedale. In ogni caso, il 44enne assicura che continuerà il suo sciopero della fame, iniziato la settimana scorsa per richiedere le cure adeguate ai dolori avvertiti. Nessuno ha escluso nemmeno l’ipotesi che abbia contratto il Covid. Il servizio carcerario russo, in una dichiarazione citata da Izvestiya, afferma di aver sottoposto Navalny a vari test, incluso quello per il coronavirus, e di averlo messo sotto controllo medico dopo aver riscontrato diversi sintomi tra cui febbre alta. 

Tuttavia, viene negata la presenza di tubercolosi all’interno della colonia. Gli avvocati, che visitano regolarmente Navalny e lo aiutano a pubblicare messaggi sui social media, denunciano la scarsità di medici nel carcere, con l’unica unità gestita da un solo paramedico. Il segretario generale di Amnesty International, Agnes Callamard, afferma di aver fatto appello al presidente russo Vladimir Putin contro “l’arresto arbitrario e il deterioramento delle condizioni di salute” del suo oppositore. “C’è una concreta possibilità che la Russia stia sottoponendo Navalny a una morte lenta. Gli deve essere garantito l’accesso immediato a un medico di cui si fida e deve essere liberato“, ha detto Callamard.

Decisa anche la protesta dei sanitari vicini all’oppositore. “Chi devi essere per negare ai medici l’accesso ad una persona morente?”, ha dichiarato Anastasiya Vasilyeva, medico di Alexei Navalny, a cui insieme ad altri due colleghi è stato negato di poter visitare il dissidente russo che è stato ricoverato nell’ospedale del campo di prigionia di Pokrov, per quella che appare una sospetta tubercolosi. Secondo quanto denunciato dall’Alleanza dei Dottori, Vasilyeva e gli altri medici, che continuavano a protestare all’esterno della prigione, sono stati arrestati e portati via a bordo dei furgoni del penitenziario. “Se è veramente malato, allora gli sarà garantita la cura adeguata, ad un livello appropriato”, è stata la replica del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, alle richieste dell’immediato rilascio di Navalny. "Ma nessun detenuto può aspettarsi un trattamento speciale".

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