Caso Navalny, scattano le sanzioni Usa contro la Russia: "C'è lei dietro l'avvelenamento"

Colpiti sette alti funzionari russi. Gelida la reazione del Cremlino: "Risponderemo, la regola della diplomazia è la reciprocità"

Caso Navalny: Biden vuole imporre sanzioni alla Russia

Caso Navalny: Biden vuole imporre sanzioni alla Russia

Washington - Gli Usa hanno imposto sanzioni a sette alti funzionari russi per l'avvelenamento e l'arresto di Aleksei Navalny. L'intelligence americana ritiene che Mosca sia dietro l'avvelenamento dell'oppositore russo. Queste sanzioni sono state varate "in accordo con i nostri partner nell'Ue" e sono "un segnale chiaro" inviato a Mosca, ha spiegato un funzionario americano in condizione di anonimato. "Ribadiamo la nostra richiesta di rilascio immediato e incondizionato del signor Navalny", ha aggiunto la fonte, sottolineando che l'intelligence americana ha concluso che il governo russo e' responsabile dell'avvelenamento dell'oppositore. La decisione del presidente Joe Biden riflette una posizione più dura di quella presa dal suo predecessore, Donald Trump, che ha lasciato passare l‘incidente dello scorso agosto senza un‘azione punitiva degli Stati Uniti. Navalny si è ammalato durante un volo in Siberia ad agosto ed è stato trasportato in aereo in Germania, dove i medici hanno concluso che era stato avvelenato con un agente nervino. Il Cremlino ha negato qualsiasi ruolo nella sua malattia e ha detto di non aver visto alcuna prova del fatto che fosse stato avvelenato.

Le sanzioni, sono state decise «in stretta collaborazione con i nostri partner della Ue» e sono un «chiaro segnale» inviato a Mosca Sono il capo del comitato investigativo russo Alexander Bastrykin, il procuratore generale Igor Krasnov il capo della guardia nazionale Viktor Zolotov e il capo del servizio carcerario federale Alexander Kalashnikov i quattro ufficiali russi iscritti nella black list Ue per la persecuzione e la condanna di Alexei Navalny e la repressione delle proteste pacifiche. La procedura arrivata al termine è entrata in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea. Le sanzioni prevedono il divieto dei viaggi e congelamento dei beni nell’Ue

Gli Stati Unitihanno agito agire in base a due ordini esecutivi: l‘13661, che è stato emesso dopo l‘invasione della Crimea da parte della Russia, che fornisce l‘autorità di prendere di mira funzionari russi, e l‘13382, emesso nel 2005 per combattere la proliferazione delle armi di distruzione di massa. Entrambi gli ordini consentono agli Stati Uniti di congelare i beni statunitensi di coloro che sono stati presi di mira e impediscono efficacemente alle società e ai privati statunitensi di fare affari con loro. Le fonti affermano che l‘amministrazione Biden prevede di agire anche ai sensi della legge statunitense sul controllo e l‘eliminazione delle armi chimiche e biologiche del 1991, che fornisce un pacchetto di misure punitive. Una terza fonte ha affermato che l‘azione degli Stati Uniti potrebbe essere coordinata con le sanzioni che l‘Unione europea potrebbe imporre nella giornata odierna.

Sul fronte Cremlino, la notizia è stata accolta con l’ormai tradizionale gelo verso l’amministrazione Biden. La Russia risponderà a eventuali sanzioni Usa per il caso Navalny: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, ripreso dall’agenzia di stampa statale russa Tass. «Risponderemo senz’altro. Nessuno ha cancellato una delle regole della diplomazia: la reciprocità», ha detto il ministro degli Esteri di Putin. L’introduzione di sanzioni, ha aggiunto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, non è una politica efficace e «non raggiunge i suoi obiettivi. Coloro che continuano a essere così dipendenti da un certo tipo di restrizioni nell’ambito degli affari interstatali dovrebbero pensare se queste restrizioni raggiungono qualche scopo (...) e se esse non siano il vero motivo del deterioramento dei rapporti».