Iran, caccia al Maradona dell'Asia: guida la rivolta contro le violenze della polizia

Ali Karimi, popolarissimo ex capitano della nazionale di calcio, è schierato con i manifestanti dopo l'uccisione di Mahsa Amini perché portava male l'hijab

Ali Karimi, a destra, è diventato oggi il nemico numero uno degli ayatollah in Iran

Ali Karimi, a destra, è diventato oggi il nemico numero uno degli ayatollah in Iran

Teheran - In Iran, i Pasdaran, le Guardie della Rivoluzione (Irgc), stanno danno la caccia a un personaggio popolarissimo del calcio, un'icona del mondo sportivo, tanto da essere soprannominato il "Maradona d'Asia", che e' schierato con le proteste in corso nel Paese. L'agenzia di stampa Fars, collegata all'Irgc, lo ha aspramente criticato e lo ha definito "il nuovo leader dell'opposizione". Ali Karimi, ex capitano della nazionale di calcio iraniana, ha utilizzato la sua significativa base di sostenitori online per sensibilizzare alla causa dei migliaia di manifestanti che da giorni sono in piazza, infuriati per la morte, la scorsa settimana, di Mahsa Amini.

Ora allenatore, Karimi, che ha giocato anche per il Bayern Monaco e lo Schalke 04 nella Bundesliga tra il 2005 e il 2010, posta continuamente sui social i video delle proteste, in cui la brutalita' del regime diventa sempre piu' evidente. Karimi e' stato tra i primi personaggi pubblici ad addossare la responsabilita' della morte della 22enne alla polizia per la Morale, dicendo ai suoi follower di credere alla versione della famiglia secondo cui e' morta per le ferite riportate perche' picchiata per non aver indossato correttamente l'hijab. Da allora, l'ex attaccante, considerato una leggenda in Iran dove il calcio e' lo sport nazionale, ha dedicato i suoi canali social a incoraggiare la rivolta.

"Abbiamo imparato che queste sono bugie: i turchi in Azerbaigian non sono razzisti, i Rashtis non mancano di onore, i curdi non sono un problema di sicurezza.... E' quasi come se queste fossero bugie state diffuse per dividerci". E poi ancora: "I loro figli se ne stanno andando. I nostri figli stanno morendo", ricordando cioe' che i figli dei funzionari del regime stanno lasciando l'Iran e si stanno godendo la vita in Occidente; ma chi resta in Iran rischia la morte. "Sono solo un normale cittadino iraniano e non cerco alcun incarico o posizione per il mio attivismo. Cerco solo pace e prosperita' per il mio popolo", ha aggiunto su Twitter. Karimi, il cui account Instagram ha 11,6 milioni di follower.

Karimi ha anche consigliato come utilizzare le VPN per aggirare il blackout di Internet e condividere in sicurezza i loro filmati online; e invitato l'esercito tradizionale iraniano (Artesh) a schierarsi con il popolo per evitare lo "spargimento di sangue". Il governo di solito non usa l'esercito tradizionale contro i manifestanti poiche' si affida alle forze controllate dalla Guardia Rivoluzionaria e alle organizzazioni di intelligence per reprimere il dissenso. Karimi - che e' anche noto per le sue numerose attivita' di beneficienza, come costruire scuole nelle aree piu' povere - durante una finale della Coppa del Mondo con la Corea del Sud nel 2010, indosso' insieme a diversi giocatori iraniani una fascetta verde al braccio come dimostrazione di sostegno al leader dell'opposizione, Hossein Moussavi, che aveva accusato il governo iraniano di brogli elettorali nelle elezioni presidenziali del 2009. Intanto le dimostrazioni in strada non si fermano e sono continuate anche nella notte.