L'esperta: "Vi spiego il gioco di Putin. Vuole costringere l'Occidente a trattare"

Marta Ottaviani, autrice di Brigate Russe, racconta come evolverà la guerra. E i segnali dello zar al mondo e al suo cerchio magico

Ucraina, che cosa succede adesso? Lo abbiamo chiesto a Marta Ottaviani, giornalista e saggista esperta di Cremlino e dintorni, autrice di un recentissimo dossier “Brigate russe (la guerra occulta del Cremlino tra troll e hacker)”, pubblicato da Ledizioni, sull’arma della propaganda informatica, privilegiata a lungo da Putin, prima di passare alla guerra tradizionale.

Come evolverà la situazione sul campo? “Premesso che al momento la situazione è fuori controllo, la mia lettura  è che con l’attacco della notte Putin voglia forzare la comunità internazionale a chiederegli: ti prego, basta, adesso sediamoci a un tavolo per negoziare. Al quale però la Russia arriverebbe ponendo condizioni pesantissime“. L’invasione era attesa? “Fino a un certo punto. Il gesto è stato decisamente inaspettato e ha colto di sorpresa anche una parte del cerchio magico di Putin. Sembra quasi che con questo attacco lo zar voglia dare due messaggi: uno alla comunità internazionale, per costrigerla a mediare, l’altro ai suoi. Guardate che il vero capo sono io. Nelle ultime settimane Putin è stato un leader molto tirato per la giacca, da una parte i falchi interventisti, guidati dal ministro della difesa Šojgu, dall’altra quello degli Esteri Lavrov, che voleva trattare a tutti i costi“. Quindi ha già vinto? O c’è comunque un opposizione interna? “Ha preso in mano le redini della situazione, bisogna vedere come la saprà condurre.  L’opposizione interna non esiste, né in politica né nella società civile. Chi, in questo momento, in Russia non volesse la guerra con l’Ucraina, semplicemente tace. E non dimentichiamo che nei giorni scorsi Navalny è di nuovo tornato sotto processo e stavolta rischia 15 anni di carcere. Il segnale è preciso“. Qualcuno dice che Putin ora sia più isolato sul fronte internazionale e in economia... “I rapporti con la Cina e l’Iran vanno benissimo. In realtà isolato economicamente Putin lo potrebbe diventare, perché la Ue resta il maggior partner commerciale della Russia. Il Problema è che lui si è attrezzato, assicurandosi rapporti con la Cina e forniture di gas sempre più in evoluzione, gas che potrebbe deidere di non dare più all’Europa. E’ un leader che sta cambiando pelle e viole arrivare allo scontro frontale con gli Usa“. Scontro militare? “Se non militare, almeno di negoziazione a suo vantaggio per quanto riguarda il futuro dell’Ucraina“. Ma la Nato può intervenire? E se sì fino a che punto? “Non sulla base dell’articolo 5 del suo statuto, cosa che potrebbe fare se venissero attaccate Estoni, Lettonia e Lituania. Ci dovrebbe essere invece un’opposizione politica valoriale. Dire insomma alla Russia: no, questo tu non lo puoi fare, indipendentemente dal fatto che io decida o no di intervenire. Putin sa bene che la situazione in Ucraina gli stava sfuggendo di mano, che il sentimento nazionale era più forte del 2014 e anche la tensione verso l’Ovest. Sa però che l’Ovest è debole“.

Marta Ottaviani, autrice di "Brigate russe", sulla guerra occulta del Cremlino
Marta Ottaviani, autrice di "Brigate russe", sulla guerra occulta del Cremlino

Biden compreso? “Certamente. Biden si è insediato e ha delle elezioni di mid-term molto delicate, c’è stata la pandemia e c’è un’Europa del tutto insipiente e inutile, nonostante i proclami di unità. Così Putin, che in patria sia un leader debole, riesce ad apparire forte e a  dettare delle condizioni“. Biden deve oltretutto risollevarsi dalla figuraccia in Afghanistan... “Assolutamente. E non dimentichiamoci di un altro attore occulto, la Cina. Che sta guardando con enorme interesse a quello che sta succedendo. In questa escalation lo zar prende due piccioni con una fava. Chiude la partica con l’Ucraina, cercando di ottenere la certezza che non entri mai nella Nato, e fa un test su quanto l’Occidente sia in grado di far valere oggi i suoi valori. E non è poco. Il test non è militare, ma etico, e noi non lo abbiamo capito“. Arriverà a prendere Kiev o cicoscriverà l’azione al Donbass? “Checché ne dicano i presunti esperti, lui al momento si sta muovendo in un territorio che era già sotto il controllo dei ribelli. Cercherà, credo, di prendersi tutto il Donbass, compresa la parte che era stata riconquistata dall’Ucraiona. Che punti fino a Kiev, sarò smentita, mi pare molto improbabile. Anche perché se ti prendi un Paese poi devi essre in grado di controllarlo“. Cosa intende Putin per “denazistificare“ l’Ucraina? “In Russia da tempo si è diffusa la vulgata dell’Ucraina cone Stato fascista e nazista, ma è una colossale opera di propaganda per scaldare l’animo dei russi, in memoria dell’Armata Rossa che, durante  la Seconda Guerra Mondiale, si mosse contro il nazismo. E chi conosce bene il popolo russo sa bene quanto sia legato a questa narrativa dei liberatori. Se in Russia dai del nazista a qualcuno gli dai del nemico della patria“. Le ragioni del Donbass? “E’ di sicuro una regione critica, che voleva un’autonomia. E Kiev non è stata affatto lungimirante nell’escludere che con queste regioni si dovesse trattare, prima che la situazione precipitasse fino all’intervento russo. Con questo bisognerebbe sentire anche chi ci abita. oggi il Donbass è autonomo, per la Russia, ma non credo diventerà un membro della federazione russa come la Crimea, almeno non a breve. E poi non dimentichiamo che lì ci sono le industrie“. Lei proprio oggi raccontava di essere stata attaccata da troll sui suoi profili social. “Sono attacchi molto rudimentali, condotti da persone che non hanno un’identità, nickname non riconducibili a profili reali. Mi dicono che racconto bugie e stanno attaccando molto il mio libro, sostenendo che non ho capito niente e che la guerra non lineare non esista o quasi. In un paio di tweet hanno taggato anche amazon, per fare in modo che il mio libro non circoli. Ma io sono serena, perché invece sta andando benissimo“.