Kazakistan, 2.000 arresti e molti morti: arrivano le truppe russe. Prezzo del gas bloccato

Sale a 13 il numero degli agenti delle forze dell’ordine uccisi ad Almaty, la citta’ epicentro delle violente proteste esplose per il caro carburante. Due decapitati

Kazakistan, scontri per il caro-gas (Ansa)

Kazakistan, scontri per il caro-gas (Ansa)

Nur-Sultan (Kazakistan) - Il Kazakistan nega di avere sospeso l’ingresso dei cittadini stranieri entro i propri confini, come annunciato in mattinata. Ma la rivolta dilaga e il mondo esprime preoccupazione per gli eventi. Ad Almaty, la capitale economica del Kazakistan, la polizia ha arrestato circa 2.000 persone accusate di aver partecipato ai disordini. Poche ore dopo la richiesta di aiuto fatta dal presidente Kassym Jomart Tokayev contro “le bande di terroristi addestrati all’estero”, come ha definito i manifestanti, sono arrivate in Kazakistan le truppe di pace inviate dalla Russia e dagli altri Paesi del Csto (l’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva). L’obiettivo, secondo il premier armeno Nikol Pashinyan, è di “stabilizzare e normalizzare la situazione nel Paese”, scosso da tre giorni di violente proteste contro il caro gas, dietro le quali si nasconde il malcontento contro il regime e contro il ruolo che continua a giocare il “padre padrone“ del Kazakistan, l’ex presidente Nursultan Nazarbayev.

Proprio quest'ultimo ieri è stato rimosso dalla guida del Consiglio di sicurezza nazionale. Alla missione partecipano anche peacekeeper di Armenia, Bielorussia, Kyrgyzstan e Tagikistan, membri insieme al Kazakistan dell’alleanza guidata da Mosca. “Riteniamo che i recenti eventi in un Paese amico siano un tentativo ispirato dall’estero di usare gruppi di persone armate ed addestrate per minare la sicurezza e l’integrità dello Stato”, ha spiegato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, sottolineando che la Russia è interessata a ripristinare lo status quo in Kazakistan e aiuterà le autorità kazake a fermare la violenza. I disordini nel frattempo non si placano.

E’ salito intanto a 13 il numero degli agenti delle forze dell’ordine uccisi ad Almaty, la citta’ epicentro delle violente proteste esplose per il caro carburante. Lo riferisce il comando centrale di polizia di Almaty, secondo il quale due dei poliziotti uccisi sono stati decapitati. Uomini armati hanno circondato due ospedali ad Almaty, la capitale finanziaria del Kazakistan ed epicentro delle proteste contro il caro-gas, e non lasciano entrare pazienti e personale medico. Lo ha riferito la tv di Stato kazaka, precisando che i gruppi armati hanno circondato gli ospedali numero 1 e 7 della città. L‘emittente ha quindi informato gli abitanti della città di un‘imminente operazione antiterrorismo, raccomandando di cercare riparo in luoghi sicuri e di non stare vicino alle finestre.

L'Europa per ora sta alla finestra. “Prendiamo atto della decisione del presidente Toqaev di chiedere l‘intervento delle forze di peacekeeping del Csto (Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva). Ovviamente ogni intervento deve rispettare la sovranita‘ e l‘indipendenza del Kazakistan“. Lo ha dichiarato la portavoce della Commissione europea per la politica estera, Nabila Massrali. Le autorita’ kazake hanno aperto un’inchiesta su sei aziende fornitrici di Gpl sospettate di “aver alzato i prezzi in modo infondato”. Lo ha riferito la televisione pubblica kazaka. Il brusco rincaro del Gpl, seguito all’eliminazione del calmiere sui prezzi, ha scatenato violente proteste in tutto il Paese.

Il governo ad interim del Kazakhstan nel pomeriggio ha annunciato di aver imposto un calmiere per sei mesi sul prezzo del gas, il cui incremento ha dato la scintilla alle violente rivolte che imperversano nella repubblica centroasiatica da due giorni e che hanno lasciato sul terreno decine di morti. In una nota il governo afferma di aver preso la misura «urgente» per «stabilizzare la situazione socio-economica» in un Paese in cui il Gpl è largamente usato come carburante per le automobili. 

Intanto sul fronte economico-valutario il rublo russo ha toccato un minimo di nove mesi contro il dollaro trascinato dai disordini nel vicino Kazakistan: la moneta russa mostra un calo dello 0,2% contro il biglietto verde a 76,97, dopo aver toccato un minimo di 77,34. Contro l’euro, ha perso lo 0,3% per essere scambiato a 87,10, dopo aver toccato il minimo di 87,5. Il Kazakistan sta vivendo i suoi peggiori disordini dall’indipendenza nel 1991, spinti inizialmente dalle proteste contro gli aumenti dei prezzi del gas ma in realta’ il rublo e’ sotto pressione da ottobre, quando i paesi occidentali hanno espresso preoccupazione per la pressione militare della Russia vicino all’Ucraina.

Anche l'Italia segue con grande preoccupazione i gravi eventi che stanno avendo luogo in Kazakistan, "Paese al quale è legata da rapporti di amicizia e da un solido partenariato economico, rivolgendo un forte appello affinché si metta immediatamente fine alle violenze, che hanno provocato vittime tra i manifestanti e agenti delle forze dell'ordine". Lo afferma nota della Farnesina, nella quale "l'Italia chiede che non si ricorra all'uso della forza e si avvii un percorso nazionale di allentamento delle tensioni in un quadro di piena sovranità in linea con gli standard di rispetto dei diritti e di pluralismo fissati dalle organizzazioni internazionali di cui il Kazakistan è membro".