Nave sversa greggio e catrame nel mare di Israele. Tel Aviv: "Iran, terrorista ambientale"

Secondo gli ecologisti, è il peggior disastro degli ultimi decenni. Individuata la nave libica partita da un porto iraniano

Gi ambientalisti e i militari israeliani sulla spiaggia inquinata di Sharon beach

Gi ambientalisti e i militari israeliani sulla spiaggia inquinata di Sharon beach

Tel Aviv - Sale di ora in ora l’asticella della tensione tra Israele e l’Iran. Questa volta, però, non è la questione nucleare (Teheran, si avvicina all’atomica) a tenere banco, ma l’attacco all’ambiente. Secondo Tel Aviv, infatti, la marea nera che ha investito le coste israeliane due settimane fa «è stato un atto di terrorismo ambientale». Lo ha detto la ministra dell’ambiente Gila Gamiliel accusando «una nave pirata di una società libica partita dall’Iran. Abbiamo scoperto - ha detto - che non si trattava un incidente, bensì di terrorismo ambientale».  L’accusa è circostanziata e apre nuovi scenari sul fronte delle guerre non convenzionali: «L’Iran fomenta terrorismo non solo mediante le armi atomiche o arroccandosi attorno ai nostri confini ma anche attraverso attacchi di carattere ambientale». Israele collega dunque senza esitazione il regime degli ayatollah alla marea nera che, nelle scorse settimane, ha devastato chilometri delle sue coste mediterranee.

Secondo il ministro della protezione ambientale, Gila Gamliel, la responsabilita’ del disastro ecologico - il piu’ grave da decenni, concordano le associazioni ambientaliste- e’ da attribuire alla petroliera di proprieta’ libica salpata dall’Iran. Israele ha «messo le mani» sulla nave da cui lo scorso febbraio si è riversata una grande quantità di greggio il quale in seguito è stato sospinto verso la costa israeliana, provocando un inquinamento di una gravità senza precedenti negli ultimi anni. La ministra per la difesa dell’ambiente Gila Gamiliel ha reso noto: «Abbiamo messo le mani sulla nave responsabile del disastro. La nostra lunga mano raggiungerà chiunque arrechi danno alla nostra natura, in mare o sulle nostre coste». La ministra non ha fornito alcun elemento sulla nazionalità della nave in questione.

Ieri Gamiliel aveva affermato che Israele è giunto alla conclusione «l’inquinamento è stato compiuto con malevolenza: o la nave ha riversato intenzionalmente in mare il liquido oleoso - ha scritto la ministra - oppure esso è fuoriuscito per un guasto, ma poi il proprietario non ha avuto alcuna compassione verso la natura e non ha avvertito le autorità». Israele ha localizzato la nave  definita "la nave criminale’, passata a circa 50 km (30 miglia) dalla costa l’11 febbraio. Il disastro ecologico, secondo gli ambientalisti, potrebbe richiedere anni per essere ripulito. Secondo il ministero dell’ambiente, la marea nera e’ stata causata dallo sversamento di “decine o centinaia di tonnellate” di catrame che, nei giorni scorsi, squadre dell’esercito, volontari e attivisti di Ong si sono attivati per ripulire.