L'Israele torna alla normalità con il green pass

L'82% della popolazione è stato vaccinato e dice addio al lockdown

Le vaccinazioni nello stato ebraico

Le vaccinazioni nello stato ebraico

Prove di normalità in Israele, grazie al Green pass e all'allentamento del lockdown. Nel Paese primo al mondo per numero di vaccinazioni - l'82% della popolazione è stato immunizzato -  vengono riaperti negozi, centri commerciali, mercati all'aperto, musei, librerie, scuole (fino ad un certo livello). Aria di libertà, dunque, soprattutto per chi ha ottenito la tanto agognata certificazione della doppia vaccinazione o che sono guariti dall'infezione: in ebraico 'tav iarok' (etichetta verde). Solo per loro si sono spalancate anche le porte di piscine, palestre, hotel, eventi culturali e sportivi. E in tanti sono corsi sull'app che fornisce il lasciapassare, mandandola in tilt quasi subito per il grande numero di richieste. Con il ministero della sanità che è intervenuto dando il permesso di usare la certificazione cartacea per sopperire alla mancanza del codice a barre che testimonia la doppia vaccinazione. L'avvio in questo caso è stato dunque lento anche perchè le strutture devono essere in possesso della strumentazione tecnica per accertare il diritto del cittadino a entrare in palestra o in piscina, andare a teatro, alla gara sportiva o nell'albergo del cuore. Ma l'effetto psicologico di tornare a frequentare i posti chiusi dal lockdown è stato lo stesso decisivo. L'aria che si respira - nonostante l'invito dei medici è a non abbassare la guardia - appare diversa. Il premier Benyamin Netanyahu è stato il primo, all'uscita del riposo sabbatico, a visitare insieme al ministro della sanità Yuli Edelstein, una palestra nel centro di Israele. «Il Green Pass - ha detto - porterà alla riapertura graduale del paese. Per favore usatelo».

Anche se il governo è stato messo in guardia dai cyber esperti sulla facilità di contraffare la 'tav iarok', come offrono alcuni siti sul web. La risposta delle autorità è stata immediata: si rischia il carcere. Bisogna tener presente che in Israele la vaccinazione in atto ha fatto del Paese il primo al mondo in rapporto ai circa 9 milioni di abitanti. Ad oggi sono oltre 4.300.000 gli israeliani (dai 16 anni in su), che hanno avuto la prima dose e quasi 3 milioni quelli che hanno avuto anche la seconda. Di pari numero quelli che invece non possono essere vaccinati per problemi diversi, o perchè al di sotto dei 16 anni oppure guariti dalla malattia. E, dopo una stasi la settimana scorsa, la campagna vaccinale - che si accompagna al calo delle nuove infezioni e dei casi gravi - non accenna a diminuire. Netanyahu ha ripetuto che Israele spera di vaccinare il 95% degli over 50 in 2 settimane. «Andate e vaccinatevi, prendete il Green  Pass e ritornate alla vita». I numeri, straordinari, sull'efficacia della immunizzazione di massa hanno lasciato pochi dubbi sulla strada intrapresa nel Paese. Secondo gli ultimi dati del ministero della sanità la doppia dose di vaccino previene nel 98.9% le forme gravi della malattia e nel 95.8% anche l'infezione stessa. Del resto l'immunizzazione - anche se questa non è obbligatoria e non lo sarà in futuro, come ha spiegato Edelstein - è a portata di mano di tutti e gratuita, residenti stranieri compresi. Ad esempio, il Comune di Tel Aviv per richiamare i giovani distratti o pigri ha inaugurato postazioni mobili vicine ai bar più frequentati. Con l'incentivo, a dose iniettata, di un bonus da spendere presso lo stesso locale.