Iran e atomica, Cina e Russa pressano Usa e Ue per l'accordo. Israele lancia l'allarme

La situazione è a un punto critico: sul piatto uno scambio alla pari. Via le sanzioni contro l'Iran e stop al programma nucleare. Ma l'Occidente si fida poco

Ali Khamenei è la guida suprema dell'Iran dal 1986

Ali Khamenei è la guida suprema dell'Iran dal 1986

Teheran, 24 febbraio 2021 - Ormai è una partita a scacchi tra l'Occidente da una parte, l'Iran e i suoti tradizionali alleati dall'altra. Gli sviluppi inerenti il programma nucleare iraniano sono arrivati a un “punto critico” e la revoca delle sanzioni contro la Repubblica islamica è una delle “chiavi” per superare lo stallo.E' la tesi del ministro degli Esteri cinese, Wang Wenbin, all’indomani dell’entrata in vigore in Iran delle limitazioni alle attività di ispezione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) sulla base della legge che ferma l’attuazione del Protocollo aggiuntivo del Trattato di non proliferazione. “La situazione attuale sulla questione del nucleare iraniano è a un punto critico, con sia opportunità che sfide”, spiega Wang. “Abbiamo sempre creduto che il ritorno degli Stati Uniti nell’accordo e la revoca delle sanzioni contro l’Iran siano le chiavi per superare lo stallo.

L'allarme e le reazioni in Israele

Anche Israele lancia l'allarme sul nucleare di teheran. "L'Iran sta continuando ad accumulare uranio arricchito". Ad affermarlo è il ministero degli Esteri israeliano secondo una dichiarazione riportata dal portale israeliano di notizie Ynet. "L'Iran sta distruggendo quello che resta del controllo da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica e - secondo il ministro Gabi Ashkenazi, ex capo di Stato Maggiore - continua a minacciare la stabilità nella regione". Una situazione che per Ashkenazi non deve passare senza risposta. ”Il danno inflitto dall’Iran al meccanismo speciale di controllo dei suoi impianti nucleari e la sospensione del protocollo addizionale sono passi estremi che oltrepassano tutte le linee rosse della comunità internazionale e privano completamente di sostanza l’accordo nucleare”, dice ancora Ashkenazi, secondo il quale serve “una immediata risposta internazionale”. “La politica iraniana è una dichiarazione d’intenti del suo desiderio di continuare sviluppare segretamente capacità nucleari - continua il ministro degli Esteri - Israele considera questi passi come una minaccia che non può rimanere senza risposta. Non permetteremo mai all’Iran di controllare la capacità di acquisire un’arma nucleare”. Senza controlli, “l’Iran procederà segretamente con il suo programma nucleare”, conclude il ministro israeliano, secondo il quale gli ultimi passi di Teheran devono suonare “come un allarme per quanti finora si sono trattenuti dall’agire decisamente e praticamente contro le violazioni iraniane dei suoi obblighi internazionali”

Il risiko di Mosca con la Ue

In parallelo, anche la Russia fa un passo avanti: “Mosca è aperta al dialogo multilaterale sul disarmo con tutti i Paesi che possiedono armi nucleari“, dice il ministro degli Esteri russo Serghey Lavrov nel suo discorso video ai partecipanti alla conferenza sul disarmo di Ginevra. La Russia continuerà a dare un notevole contributo pratico al disarmo dei missili e delle armi nucleari, ha assicurato. «L’ulteriore cammino su questa strada richiederà il coinvolgimento di tutti gli stati che possiedono potenziali nucleari militari, in particolare la Gran Bretagna e la Francia. La Russia è aperta a un dialogo multilaterale che dovrebbe svolgersi nel rispetto degli interessi legittimi di tutte le parti e con il loro consenso», ha sottolineato Lavrov. Ma se da un lato chiede la collaborazione dell’Europa, dall’altro il Cremlino non rinuncia ad attaccarla, dopo le tensioni sul caso Navalny. La decisione dell’Unione Europea di espandere le sanzioni individuali alla Russia per il caso di Alexey Navalny non è altro che «teatralità» priva di «qualsiasi logica». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, all’emittente Primo Canale. «Questa è solo una storia assurda, inventata, sullo sfondo di una campagna informativa», ha aggiunto. «Per l’Europa, che un tempo privilegiava davvero il tema dei diritti umani, ed è ricca di storia e cultura, si tratta di un’umiliazione».