Attacco di hacker russi contro oleodotto Usa: "Vogliamo soldi"

Responsabile del raid sarebbe il gruppo criminale Darkside che nega ogni coinvolgimento politico: operiamo solo per denaro

L'oleodotto americano colpito dagli hacker russi

L'oleodotto americano colpito dagli hacker russi

Gli Stati Unitisostengono che  ci possa essere Mosca dietro al cyber attacco sferrato contro uno dei più grandi oleodotti americani. Ma il presidente Joe Biden per ora getta acqua sul fuoco: «Al momento non ci sono le prove che il governo russo sia implicato nella vicenda», ha detto, confermando la sua volontà di incontrare al più presto il presidente russo Vladimir Putin. Fatto sta che i vertici dell’Fbi hanno confermato come ad agire sarebbe stato il gruppo hacker DarkSide, gestito proprio da una gang criminale russa, che con la sua offensiva ha costretto alla chiusura dei rubinetti il Colonial Pipeline: ben 8.550 chilometri di tubature che trasportano benzina, gasolio e carburante per aerei dal Golfo del Messico fino all’area del porto di New York. È il più grande sistema di condutture per prodotti raffinati sul territorio americano, rappresentando il 45% delle forniture della costa est del Paese, quella più popolosa

 Secondo gli esperti, l’organizzazione criminale non è nuova a questo tipo di azioni al fine di chiedere un riscatto in denaro per cessare le ostilità, anche se finora i suoi attacchi hanno sempre risparmiato obiettivi russi. Intanto la situazione della Colonial Pipeline rischia di compromettere seriamente la distribuzione di carburante e di avere ripercussioni gravi sui cittadini americani, con all’orizzonte anche un possibile rincaro della benzina. La società ha assicurato come si stia facendo di tutto per ripristinare la piena funzionalità del sistema, ma questo non potrà avvenire prima della fine della settimana, se non ci saranno nuovi contrattempi.

«La situazione rimane fluida e continua ad evolversi», si spiega nel quartier generale in Georgia, dove è stato messo a punto un piano di emergenza per la riapertura graduale dell’oleodotto. Il prezzo della benzina nelle ultime ore è schizzato ai massimi dal maggio 2018, prima di scendere nuovamente dopo le rassicurazioni della Colonial Pipeline. Il dipartimento dei Trasporti americano, comunque, ha già autorizzato i conducenti dei camion per il trasporto di carburanti a lavorare oltre il limite delle 11 ore al giorno per far fronte all’emergenza. Per la Casa Bianca la vicenda rappresenta un vero e proprio smacco, proprio nel momento in cui l’amministrazione Biden si appresta a varare per decreto una prima stretta contro i sempre più frequenti attacchi hacker contro le istituzioni e le imprese americane.

Attacchi spesso condotti da organizzazioni controllate da altri stati come Russia, Cina, Iran e Corea del Nord. E se venisse appurato un coinvolgimento di Mosca nell’ultima azione messa a segno da DarkSide questo finirebbe per complicare, e non poco, il tentativo di disgelo tra Casa Bianca e Cremlino, con Biden pronto ad un vertice con Putin probabilmente a giugno, durante la sua missione in Europa. Un appuntamento già reso incerto dalla crisi ai confini con l’Ucraina e che potrebbe definitivamente saltare se spuntasse la responsabilità di Mosca dietro all’attacco all’oleodotto. 

"Il nostro obiettivo è fare soldi e non creare problemi alla società" spiega DarkSide, il gruppo di hacker considerato responsabile dell'attacco. I suoi membri in un certo senso si scusano per le "conseguenze sociali" provocate con l'attacco ad un'infrastruttura che garantisce il 45% delle forniture del carburante all'East Coast.  Nella dichiarazione promettono quindi che "da oggi useremo moderazione e controlleremo ogni compagnia che i nostri partner vogliono attaccare per evitare conseguenze sociali nel futuro". Non solo, la banda criminale di hacker che operano, secondo gli esperti di cybersecurity, in maggioranza dalla Russia, si impegna anche ad una sorta di codice morale: niente attacchi ad ospedali, obitori e società che partecipano "in modo esteso" alla distribuzione dei vaccini anti Covid.