Sanzioni, la Russia avverte: "La Stazione Spaziale Internazionale potrebbe precipitare"

Il capo dell'agenzia spaziale di Mosca Roscomos minaccia uno scenario drammatico: "Potrebbe cadere in mare o sulla terra"

La Stazione Spaziale Internazionale

La Stazione Spaziale Internazionale

Mosca - Gli effetti della guerra in Ucraina rischiano di propagarsi anche nello spazio. Le sanzioni contro la Russia potrebbero far precipitare la Stazione Spaziale Internazionale, provocando "la caduta in mare o sulla terra" di questa struttura da 500 tonnellate. La minaccia arriva, via Telegram, da Dimitri Rogozin, capo dell'agenzia spaziale russa Roscomos, molto vicino al leader russo Vladimir Putin. Lo riporta il Guardian, ricordando che l'agenzia spaziale americana (Nasa) aveva già detto in precedenza di essere impegnata per trovare il modo di mantenere l'Iss in orbita senza l'aiuto russo. 

Secondo Rogozin le sanzioni rischiano di aver un'impatto sulla parte russa della missione dell'Iss, cui spetta il compito di mantenere la stazione spaziale in orbita. Il capo di Roscomsmos ha anche pubblicato un mappa dei luoghi dove la stazione potrebbe precipitare, sottolineando come sia improbabile che cada in Russia. Le popolazioni di altri paesi, specie quelle guidate dai "cani della guerra", dovrebbero riflettere sul prezzo delle sanzioni, sostiene Rogozin in perfetta linea con la narrativa propagandistica del Cremlino.

Stop alle cooperazioni scientifiche sulla Iss 

Le preoccupazioni per il futuro della Stazione Spaziale Internazionale sono iniziate fin da subito e hanno già prodotto lo stop alle cooperazioni scientifiche sulla Iss fra il Centro spaziale tedesco Dlr (Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt) e la Roscosmos. Il capo dell'agenzia spaziale russa, Dmitry Rogozin, ha infatti annunciato di voler interrompere la cooperazione con il Centro spaziale tedesco Dlr sui programmi scientifici bilaterali a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Lo stop alla collaborazione, come riferisce Interfax, sarebbe la risposta di Mosca "alle sanzioni tedesche contro la Russia".  In una lettera indirizzata ai vertici della Dlr e pubblicata da Rogozin sul sito di Roscosmos, il capo dell'ente spaziale statale russo afferma che "la fine della cooperazione con la Federazione Russa nel campo dell'istruzione superiore, della ricerca e della formazione professionale, annunciata dai vertici della Repubblica federale di Germania, danneggerà sicuramente la cooperazione di lunga data e rallenterà in modo significativo l'esplorazione pacifica dello spazio".  "Pertanto, credo che sia impossibile - scrive Rogozin- una ulteriore cooperazione tra la società statale Roscosmos e il Centro aerospaziale tedesco nel campo degli esperimenti spaziali congiunti, tra cui Uragan, Matryoshka-R, Vampir ed Ecoplasma, presso la Stazione Spaziale  Internazionale".

Cosa può succedere ora? 

In un'intervista al quotidiano online di Trento "il Dolomiti", Roberto Battiston, professore di Fisica all'Università di Trento ed ex direttore dell'Agenzia Spaziale Italiana, ha spiegato cosa può succedere ora. "lo spazio è sempre stato un contesto in cui lavorare pacificamente anche tra Paesi molto diversi tra loro, oggi però quella collaborazione positiva tra le varie superpotenze a bordo dell'Iss è a rischio". "Il personale russo - continua Battiston - ha ricevuto l'ordine di interrompere la collaborazione in alcuni esperimenti che coinvolgono la Germania. Si tratta di esperimenti puramente scientifici a bordo dell'Iss. La decisione è arrivata dopo giorni di scambi su Twitter tra il direttore della Roscomos Dmitry Rogozin e l'omonimo americano alla Nasa durante i quali è stata messa sul tavolo anche la possibilità di interrompere del tutto la collaborazione russa all'interno della Stazione".  Per il professore dell'Università di Trento si sta parlando di un segnale particolarmente grave, visto che la Stazione spaziale internazionale è stata costruita volutamente sulla base dell`interdipendenza tra i maggiori partner della struttura, russi e americani, per il suo funzionamento.

Cos'è e come come funziona la Iss

La Stazione Spaziale Internazionale è una stazione spaziale in orbita terrestre bassa dedicata alla ricerca scientifica e gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali: l'americana Nasa, la russa Rka, l'europea Esa, la giapponese Jaxa e la canadese Csa-Asc. La costruzione è iniziata nel 1998 e il 2 novembre 2020 sono stati celebrati i vent'anni dell'umanità a bordo della stazione spaziale. 

Viaggia a una velocità media di 27.600 km orari completando 15,5 orbite al giorno e viene mantenuta in orbita a un'altitudine compresa tra 330 e 410 km. Fin dal 2 novembre 2000 è abitata continuativamente da un equipaggio variabile tra 2 e 7 astronauti. 

La proprietà e l'utilizzo della stazione spaziale sono stabiliti in accordi intergovernativi che consentono alla Russia di mantenere la piena proprietà dei moduli. "La Nasa - spiega Battiston - fornisce l'elettricità che permette le operazioni a bordo e la purificazione dell'aria che respirano gli astronauti, mentre i russi si occupano dei motori di controllo dell'assetto della Stazione". Ed è proprio per questo che, minacciando di interrompere la collaborazione russa, Rogozin ha di fatto minacciato di lasciar andare l'Iss fuori controllo. Una prospettiva che ha già messo in allerta la Nasa, che in questa fase sta ragionando su possibili alternative insieme ai colossi Space X e Northrop Grumman.  "Forse si tratta solo di retorica - spiega l'ex presidente Asi - ma qui sulla Terra stiamo assistendo ad una guerra terribilmente reale. Una minaccia di questo tipo è estremamente seria: lo spazio è da sempre considerato un 'luogo' neutro, rimanendo fin dagli albori delle operazioni umane al di fuori del nostro pianeta un contesto sì di competizione, ma nel quale l'elemento militare è sempre stato altra cosa rispetto a quello scientifico, tecnologico ed esplorativo. Oggi si sta cominciando ad utilizzare lo spazio in maniera diversa".

La missione di Samantha Cristoforetti

Intanto l'astronauta Samantha Cristoforetti non sarà più comandante della Stazione Spaziale Internazionale ma sulla ISS avrà il ruolo di leader del Segmento Orbitale Americano (USOS), che comprende i moduli e i componenti americani, europei, giapponesi e canadesi della Stazione Spaziale.  La decisione è dovuta a un anticipo della data di avvicendamento tra gli equipaggi Crew-4 e Crew5 e quindi a una durata più breve della missione Crew-4 di cui fa parte la Cristoforetti.

Per quanto riguarda la nuova missione Minerva, che avrà come logo una civetta stilizzata il cui occhio è disegnato da una falce di luna gialla e una piccola Terra bianca e che è un omaggio a uomini e donne che rendono possibili i voli spaziali, la partenza è fissata a partire dal 15 aprile a bordo di razzo Falcon 9 col la Crew-4 della capsula Dragon. 

L'astronauta italiana dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) sarà impegnata per quasi sei mesi a bordo della Iss per supportare lo svolgimento di numerosi esperimenti scientifici.  A bordo della capsula Crew Dragon, Cristoforetti avrà il ruolo di specialista di missione mentre una volta a bordo della Iss, dove avrà ufficialmente inizio la missione Minerva, avrà il ruolo di leader del Segmento Orbitale Americano (Usos), responsabile di tutte le operazioni all'interno dei moduli e componenti americani, europei, giapponesi e canadesi della Stazione.