Guerra tra Ucraina e Russia, le ultime notizie: negoziati falliti, bombe su Mariupol

I russi continuano a bombardare edifici civili: dall'invasione sono morti 71 bambini. A Versailles si sono riuniti i leader europei

I residenti ucraini continuano a fuggire da Irpin, nella regione di Kiev

I residenti ucraini continuano a fuggire da Irpin, nella regione di Kiev

Sono passati 15 giorni dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. L’avanzata russa a Kiev, Kharkiv, Mariupol, Sumy e Zaporizhya è ancora rallentata dall’accanita resistenza dei difensori, mentre i bombardamenti continuano a causare migliaia di vittime tra i civili e a impedire l’evacuazione della popolazione dalle città assediate: dall'inizio del conflitto, sono morti 71 bambini e altri 100 sono rimasti feriti.

Sul fronte diplomatico, è fallito l'incontro in Turchia tra il ministro degli esteri russo, Serghei Lavrov, e l’omologo ucraino Dmitry Kuleba. Il ministro russo, durante l'incontro, ha dichiarato falsamente che il suo Paese "non ha attaccato l'Ucraina". Kuleba ha detto che i leader russi "compreso il ministro Lavrov, vivono in una realtà a parte" e ha ribadito che l'Ucraina "non si è arresa e non si arrenderà". Intanto, l'ex cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder, storicamente amico della Russia, è volato a Mosca per incontrare Putin come parte di uno sforzo di mediazione per porre fine alla guerra.

In serata a Versailles si sono riuniti i leader europei per un Consiglio europeo informale. Sul tavolo, la guerra in Ucraina e la crisi energetica. A margine del summit il padrone di casa ha rilasciato delle dichiarazioni piuttosto preoccupate: con la Russia "abbiamo fatto di tutto per trovare una soluzione diplomatica" sull'Ucraina e "restiamo impegnati nel dialogo per tentare di trovare una soluzione diplomatica", anche se "a breve termine non la vedo, nelle prossime ore o nei prossimi giorni. Ma riparleremo con Vladimir Putin", tentando di "influenzare la Russia per arrivare a dei compromessi". Il presidente francese ha anche frenato sull'ipotesi di ingresso dell'Ucraina - un PaAese in guerra - nell'Ue. Dal canto suo Ursula von der Leyen ha messo un orizzonte temporale all'indipendenza energetica dell'Europa dalla Russia: 2027. 

Per evitare il crollo finanziario, il Cremlino non apre la borsa da due settimane. L’Unione europea ha annunciato nuove sanzioni e gli Stati Uniti hanno annunciato mercoledì il blocco totale delle importazioni di gas e petrolio russi. La Goldman Sachs, una delle maggiori banche mondiali, ha annunciato che sospenderà i servizi in Russia. Secondo molti analisti, il Paese è vicino alla bancarotta perché tra poco non sarà più in grado di ripagare il suo debito pubblico ai creditori (in buona parte nazioni occidentali).

Nelle ultime ore, sono ripresi i bombardamenti sulla città di Mariupol, che da giorni è senz’acqua, senza cibo e senza energia. I combattimenti e le bombe hanno causato più di 1.200 vittime, secondo un conteggio diffuso dal sindaco. Nel raid aereo che mercoledì ha colpito l'ospedale pediatrico, sono stati confermati tre morti e 17 feriti. Putin ha affermato che all'interno l'ospedale era "la base di un battaglione ucraino".

Dall’inizio del conflitto, quasi 2,3 milioni profughi, di cui un milione di bambini, sono fuggiti dal Paese, principalmente verso l’Unione europea. Il sindaco di Kiev, l'ex pugile Vitali Klitschko, ha detto la metà dei quattro milioni di residenti ha lasciato la città. In Russia, invece, quasi 12 mila persone sono state arrestate per aver manifestato contro la guerra.

 

 

Come sta andando l’invasione

La Russia ha invaso l’Ucraina da tre direzioni: nord, est e sud. In due settimane di combattimenti, l'esercito russo non è riuscito a conquistare nessuna delle grandi città ucraine. Tuttavia, Mariupol è circondata e bombardata da giorni e il cerchio russo si stra stringendo anche su Sumy, a nord, e Mykolaiv, a sud. La resistenza è riuscita a mantenere il controllo di Kiev e Kharkiv, ma gli invasori stanno lentamente chiudendo la capitale in una tenaglia, mentre preparano un'attacco anfibio su Odessa. Secondo gli esperti, le forze russe stanno conducendo una campagna deliberata per distruggere le infrastrutture civili critiche e le aree residenziali nel probabile tentativo di costringere le città ad arrendersi.

A sud, secondo un’analisi dell’Institute for the study of war, l’obiettivo è tagliare fuori le truppe che difendono il Donbass. Se Mariupol e Berdyansk cadono, si legge nel rapporto, “i leader ucraini potrebbero presto affrontare la dolorosa decisione di ordinare il ritiro di quelle forze e la cessione dell'Ucraina orientale” oppure consentire che una grossa parte dell’esercito regolare “venga circondato e distrutto”.

Nonostante l'avanzata, la Russia ha sottovalutato la volontà e la capacità degli ucraini di resistere. Negli ultimi giorni, benché non abbia ancora la superiorità aerea, la Russia ha iniziato ad esercitare un discreto controllo sui cieli. Secondo l'intelligence statunitense, l'esercito russo ha messo in campo circa il 80 per cento della forza militare prevista inizialmente. Nel lato ucraino, invece, continuano ad arrivare molti armamenti da parte delle nazioni europee, tra cui sistemi anticarro, antiaereo, mitragliatrici ed equipaggiamenti da difesa come elmetti e giubbotti antiproiettile. 

 

Perché la Russia ha invaso l’Ucraina

Da tempo, la Russia teme che l’Ucraina si unisca – anche in lontano futuro – all’Unione europea o alla Nato (l’alleanza che include Stati Uniti e vari Paesi europei e occidentali, tra cui l’Italia). Da sempre, la Russia soffre della cosiddetta «sindrome dell’accerchiamento» e percepisce come una minaccia avere ai suoi confini dei Paesi membri nell’alleanza atlantica.

Con l’invasione, Putin vorrebbe dissuadere l’Occidente a riavvicinarsi all’Ucraina oppure instaurare un regime a lui favorevole. Per questo il suo obiettivo prioritario è conquista la capitale, Kiev, è rovesciare il governo di Zelensky. Secondo quasi tutti gli osservatori, tuttavia, Mosca non si aspettava una reazione internazionale così unita e ferma. In più Putin sta affrontando un vasto dissenso interno: negli ultimi giorni, più di 7mila persone sono state arrestate in Russia per aver manifestato contro la guerra e le proteste continuano.

Paradossalmente, l'invasione ha riavvicinato Ucraina e Occidente. L'Unione europea ha simbolicamente accelerato le procedure di ingresso dell'Ucraina nella comunità e diverse nazioni le hanno fornito supporto economico e militare, mentre le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione che chiede alla Russia di fermare la guerra e ritirare immediatamente tutte le truppe.

 

L’efficacia e il prezzo delle sanzioni

L’Unione europea, gli Stati uniti e vari Paesi della Nato hanno varato ampie sanzioni economiche contro la Russia. È stato congelato il 50 per cento delle riserve della Banca centrale russa (quelle detenuto all’estero) e sono state bloccate le attività finanziarie di Putin e di quasi 700 oligarchi russi. Il 70 per cento della banche russe non possono operare con l'Occidente e il 30 per cento di loro sono state escluse dal sistema internazionale di pagamenti Swift (di fatto tagliandole fuori dal mondo). Oltre a questo, sono previsti embarghi a vari settori strategici del commercio nei confronti della Bielorussia, alleata di Mosca.

L’obiettivo è rendere difficile alla Russia finanziare la guerra in Ucraina e danneggiare la sua economia. Il rublo ha perso quasi il 20 per cento del suo valore, molte delle maggiori aziende russe quotate all'estero sono crollate e secondo diverse stime, il Paese potrebbe perdere dal 2 a al 7 per cento del Pil entro l'anno. Secondo molti analisti, il Paese è vicino alla bancarotta perché tra poco non sarà più in grado di ripagare il suo debito pubblico ai creditori (in buona parte nazioni occidentali).

Il problema è che nel medio periodo le sanzioni danneggeranno anche le economiche occidentali. Gli europei, in particolare, rischiano di subire un danno maggiore rispetto agli americani. La Russia è il quinto partner commerciale dell’Unione europea, il terzo dell’Italia. Al contrario, gli Stati Uniti hanno traffici molto più limitati.

Ma il problema principale riguarda il gas naturale, da cui l’Europa è largamente dipendente. Dall’inizio della crisi, il prezzo del gas è aumentato vertiginosamente e questo porterà ad un aumento a catena del prezzo dell’elettricità e dei beni in generale. Il prezzo del petrolio greggio ha raggiunto i 120 dollari al barile mentre il prezzo del gas in Europa ha segnato il suo nuovo massimo storico: 300 euro al Mhw.

Gli effetti potrebbero essere particolarmente duri per l’Italia. Il nostro Paese importa il 43 per cento del gas dalla Russia e lo utilizza per produrre circa il 60 per cento dell’elettricità. Il primo trimestre di quest’anno è iniziato con un’impennata della bolletta del 55 per cento e, secondo le stime, aumenterà ancora. 

 

La minaccia di una guerra nucleare

Negli ultimi giorni, Putin ha accennato diverse volte all'utilizzo di armi nucleari e domenica scorsa ha messo in allerta il sistema difensivo nucleare a seguito delle sanzioni economiche occidentali. Il Paese possiede circa 6 mila testate nucleari disseminate nel suo vasto territorio, benché solo circa 1.600 siano dispiegate come armi terrestri, marittime e aeree o come missili intercontinetali.

La possibilità che Putin scelga di utilizzare armi nucleari, tuttavia, sono assolutamente remote. Secondo la maggior parte degli esperti, la minaccia ha solo una funzione di deterrenza: lo scopo è di scoraggiare qualsiasi intervento militare diretto dell’Occidente in Ucraina.

 

La questione dei profughi

Secondo le stime dell’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, se la guerra proseguirà si rischiano oltre 10 milioni di profughi. All'inizio del conflitto l'Ucraina ha promulgato la legge marziale per richiedere agli uomini dai 18 ai 60 anni di rimanere nel paese. Ciononostante, più di 2,3 milioni di persone – soprattutto donne e bambini – sono fuggite dal Paese verso la Polonia, l’Ungheria, la Slovacchia, la Romania, la Moldavia e la Russia (dal confine russo passano soprattutto le popolazioni filorusse e i profughi diretti a oriente). 

L’Unione europea sta già lavorando a un piano di accoglienza e redistribuzione all’interno dei Paesi membri. Se la risposta sarà unanime, i profughi saranno redistribuiti in base alla quota fissata dal Bilancio europeo: l’Italia, in questo, dovrà ospitare il 13 per cento degli ucraini in fuga (al momento ne sono arrivati circa 25mila). La Commissione europea è già pronta a stanziare nuovi fondi per fare fronte alla crisi migratoria.

 

Alla luce dell’intensificarsi delle violenze e della conseguente emergenza umanitaria in Ucraina, le testate del Gruppo Monrif (Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno) hanno deciso di lanciare una raccolta fondi per rispondere alle enormi necessità della popolazione ucraina. 

PER DONARE PER L’EMERGENZA UCRAINA TRAMITE BONIFICO

Intestatario: Editoriale Nazionale

Banca: Unicredit SPA

IBAN: IT 78 H 02008 02435 000106364800

Causale: UN AIUTO PER L’UCRAINA