Mariupol, la devastazione della città martire. Zelensky: l'assedio resterà nella storia

Dopo l'ospedale pediatrico, il teatro e il centro sportivo stamattina colpita anche una scuola.Ormai si combatte casa per casa nel centro città

Il simbolo dell'orrore della guerra in Ucraina è Maiurpol, la città martire da ventuno  giorni presa d'assedio e bombardata dai russi in un crescendo di violenza. Tanto importante strategicamente, con il suo porto sul mare d'Azzov, come punto di unione con le Repubbliche del Donbass e con la Crimea, ancor più fondamentale dopo la caduta di Volnovakha che ha liberato l'autostrada che porta a Donetsk. Le forze russe ormai sono entrate in città, si combatte nelle strade e i bombardamenti impediscono le operazioni per trarre in salvo le persone intrappolate. Le autorità ucraine hanno ammesso di non avere alcuna possibilità di rafforzare la difesa della città dove l'esercito russo ha distrutto l'acciaieria Azovstal, una delle più grandi d'Europa. 

Per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, " l'assedio di Mariupol passerà alla storia come esempio di crimine di guerra. E' un atto di terrore che sarà ricordato nei secoli a venire".

Da inizio marzo Mariupol resiste ai russi che ogni giorno colpiscono obiettivi militari ma anche civili e conquistano quartiere dopo quartiere. Nei giorni scorsi il teatro e un impianto sportivo, ora una scuola divenuta rifugio per centinaia di persone. A diffondere la notizia, sulla quale non ci sono per ora conferme, è stato oggi il Consiglio comunale della città del sud-est dell'Ucraina. Stando a queste informazioni, rilanciate da testate internazionali, il raid è avvenuto ieri. All'interno della struttura, secondo la versione del Consiglio comunale, avevano trovato riparo circa 400 persone, tra le quali anziani, donne e bambini. Non è chiaro se e quante nel caso siano le vittime. Fonti concordanti hanno riferito che le forze russe sono avanzate nel centro della città e che combattimenti sono in corso anche oggi. 

 

L'evacuazione

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Lentamente procede l'evacuazione dei civili, prima della guerra gli abitanti di Mariupol erano oltre 400mila, con corridoi umanitari che anche oggi si aprono e subito si richiudono  e con l'accusa di Kiev che chi fugge è costretto ad andare verso la Russia o in territori sicuri ma controllati dall'esercito di Mossca o dai separatisti del Donbass.  Oggi, ad esempio, la Repubblica popolare di Donetsk ha comunicato che circa 550 persone, compresi un centinaio di bambini, sono stati evacuati nelle ultime 24 ore  e che i profughi  dal 5 marzo sono 2.973. Fonti ucraine invece  dicono che le truppe russe hanno bloccato un convoglio di autobus. Secondo il Kiev Independent. Il convoglio, secondo il consiglio municipale di Beryansk citato dal giornale, si dirigeva verso questa città da Zaporizhzhia per recuperare i residenti da evacuare, ma è stato fermato dalle forze armate russe vicino al villaggio di Azovske, a 3 chilometri da Berdyansk, che a sua volta si trova a un'ottantina di chilometri da Mariupol, sempre sul mar d'Azov. Gia' ieri, durante una conferenza stampa a Kiev, la vice prima ministra ucraina Iryna Vereshchuk aveva spiegato che le truppe russe avevano bloccato 14 camion che trasportavano aiuti umanitari diretti a Mariupol. Dei 10 corridoi umanitari annunciati, 8 hanno funzionato permettendo di evacuare 6.623 persone da Mariupol, Lugansk e dalle zone attorno alla capitale Kiev, secondo Vereshchuk. Per il quotidiano di Kiev i residenti  vengono obbligati a migliaia a trasferirsi in Russia: "I civili verrebbero portati in campi dove i russi controllano i loro cellulari e i loro documenti per poi deportarli verso città remote della Russia". Ier icirca 4.128 persone, tra cui più di 1.100 bambini, sono state evacuate da  Mariupol a Zaporizhia. Da inizio assedio sarebbero oltre 70mila gli abitanti di Mariupol che sono riusciti a fuggire

Gli orfani

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C'e' un gruppo di diciannove bambini, la maggior parte orfani, rimasti intrappolati in condizioni terribili. Sono un gruppo di ragazzini, tra i quattro e i 17 anni, che era stato inviato in una clinica specializzata in malattie polmonari prima che cominciasse l'invasione. Il gruppo è rimasto isolato a causa dei combattimenti. Alexei Voloshchuk, un testimone che è' riuscito a fuggire, ha raccontato che i bambini sono in "enorme pericolo": si sono ridotti a vivere in scantinati gelati, con i razzi che piovono nei dintorni, non si lavano da due settimane.  Con loro sono rimasti un medico eroe, un cuoco e due infermiere". 

L'assedio

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La tecnica di assediare la città e di prenderla per fame pare stia dando risultati. Secondo fonti ucraine migliaia di persone fuggite dalle bombe di Mariupol nelle zone periferiche occupate dai russi stanno morendo di fame. Pavlo Kyrylenko, capo dell'amministrazione militare-civile di Donetsk ancora oggi ha ribadito la richiesta che " vengano seguite le regole di guerra e di fornire acqua e cibo ai civili, nonché di consentire loro di lasciare la zona dove si combatte".Il ministero della Difesa di Mosca ieri ha chiesto ai militari di Kiev di arrendersi e assicurato che la Russia  èa a consentire alle forze ucraine di lasciare Mariupol:  "Garantiremo l'incolumità a chi depone le armi forniremo corridoi umanitari per il loro trasferimento nelle aree controllate da Kiev". Forse solo propaganda visto che a Mariupol sul fronte russo combattono le milizie indipendentiste del Donbass e su quello ucraino il battaglione Azov divise da un odio feroce.

I bombardamenti 

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Mariupol viene colpita ogni giorno da 50 a 100 proiettili di artiglieria, secondo il consiglio della città ucraina assediata, lo ha riferito la  Cnn online, venerdì 18 marzo, . "La città è sotto assedio da sedici giorni, più di 350.000 residenti di Mariupol continuano a nascondersi in rifugi e scantinati dai continui bombardamenti delle forze di occupazione russe", afferma un comunicato del consiglio comunale. "Circa l'80% del patrimonio immobiliare della città è stato colpito, di cui quasi il 30% non può essere ripristinato"

Fosse comuni

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"I russi non consentono alla gente del posto di entrare nei cimiteri e le persone devono essere seppellite in un parco nel centro della città". Lo ha affermato il vicesindaco Sergei Orlov in un'intervista a Forbes Ucraina, riportata dall'agenzia ucraina Unian. "Li seppelliamo per lo più in fosse comuni. Li seppelliamo nel City Garden (Children's Central Park of Culture and Recreation), in centro. Alcuni sono sepolti nei loro cortili", ha detto Orlov. Secondo lui, al 13 marzo c'erano 2.358 morti in città. Tuttavia, questi sono solo quelli che sono identificati.

Il teatro

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Sembrava e poteva essere una strage il bombardamento, mercoledì 16 marzo,  del teatro negli scantinati del quale si riparavano migliaia di civili. Invece, dopo un paio di giorni, le stesse autorità ucraine hanno detto che non ci sono vittime e un solo ferito grave.  "La pulizia dei detriti continua nella misura del possibile e le informazioni sulle vittime saranno completate", hanno affermato le autorità locali, ribadendo che al momento dell'attacco nell'edificio si nascondevano "fino a mille persone", principalmente "donne, bambini e anziani".

L'ospedale pediatrico

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L'atto che ha scosso di più l'opinione mondiale è stato il bombardamento dell'ospedale pediatrico, lo scorso 8 marzo. Le immagini del disastro hanno fatto subito il giro del mondo provocando indignazione e condanna: donne incinte in stato di shock portate via in barella, altre con il volto coperto di sangue aiutate ad uscire dallo scheletro dell'edificio da familiari e soccorritori. Per le autorità ucraine non c'è dubbio sui responsabili.  "Un ospedale per la maternità nel centro della città, un reparto pediatrico e un dipartimento di medicina interna sono stati distrutti durante l'attacco aereo russo su Mariupol"", la Russia invece ha replicato che ormai l'ospedale era una base militari. Le immagini però lasciano pochi dubbi. Compresa la foto con la mamma agli ultimi giorni prima del parto portata via in barella e poi morto o come i post della influencer che era in ospedale per partoriee il suo piccolo.

Alla luce dell’intensificarsi delle violenze e della conseguente emergenza umanitaria in Ucraina, le testate del Gruppo Monrif (Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno) hanno deciso di lanciare una raccolta fondi per rispondere alle enormi necessità della popolazione ucraina. 

PER DONARE PER L’EMERGENZA UCRAINA TRAMITE BONIFICO

Intestatario: Editoriale Nazionale

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Causale: UN AIUTO PER L’UCRAINA