Russia-Ucraina, i timori di guerra gelano le Borse: bruciati 386 miliardi in Europa

Dopo gli inglesi, la Nato invia 8.500 soldati. A Parigi Macron media con Mosca. Draghi con Biden. La Ue: evitare il panico. Timori per forniture e prezzi del gas

Un soldato ucraino alla frontiera monitora i movimenti delle truppe russe

Un soldato ucraino alla frontiera monitora i movimenti delle truppe russe

Kiev (Ucraina) - Mentre lo spettro della guerra terrorizza le borse (Milano meno 4%) e raggela l’economia mondiale (poco importa che Wall Street in chiusura azzeri quasi del tutto le perdite), gli Usa hanno messo 8500 soldati in stato di allerta vicini alla frontiera russa per la crisi ucraina, come annuncia il portavoce del Pentagono John Kirby.. Spiegando però che “nessuna missione e’ stata ancora assegnata, ne’ ordine di dispiegamento e’ stato dato, ma servono uomini pronti in caso di necessita’”. Tra gli attori in campo sul teatro (si spera non) di guerra entra anche il presidente francese, Emmanuel Macron, che proporrà a Putin un “percorso di de-escalation” sulla crisi ucraina in un colloquio “nei prossimi giorni”. Mercoledi’ a Parigi l'incontro tra Francia, Germania, Russia e Ucraina a livello di consiglieri diplomatici

Draghi e la posizione italiana

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha partecipato a tarda sera a una videoconferenza, organizzata da parte americana, con il Presidente Biden, il Presidente Macron, il Cancelliere Scholz, il Primo Ministro Johnson, il Presidente Duda, il Presidente del Consiglio europeo Michel, la Presidente della Commissione von der Leyen e il Segretario Generale della NATO Stoltenberg. I leader hanno esaminato l'andamento della crisi alla luce degli sviluppi sul terreno e degli esiti dei numerosi contatti diplomatici, reiterando il sostegno alla sovranita' e all'integrita' territoriale dell'Ucraina. Ribadita anche l'importanza di mantenere il piu' stretto coordinamento tra gli alleati e l'esigenza di una risposta comune, capace di tenere aperto un canale di dialogo con la Russia per allentare le tensioni, chiarendo nel contempo le gravi conseguenze che un ulteriore deterioramento della situazione potrebbe comportare.

L'assedio di Mosca

La Russia di fatto ha al momento 100.000 soldati posizionati al confine con l’ Ucraina. “E’ fondamentale che gli altri Paesi membri delle Nazioni Unite comprendano in che modo l’aggressione della Russia mina la loro pace e sicurezza“, dice l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield. “Oggi la Russia sta minacciando l’ Ucraina e la sua sovranità e integrità territoriale, ma questa non è solo una questione regionale“, ha proseguito. “Se la Russia invadesse l’ Ucraina colpirebbe il cuore stesso della Carta Onu“.

La tempesta perfetta

Il mondo della finanza intanto trema. Timori su un’imminente stretta nella politica della Federal reserve statunitense, che potrà influire sulle scelte delle altre banche centrali. Dati macroeconomici dall’Europa e dagli Stati Uniti inferiori alle stime degli analisti. Si è realizzata così la tempesta perfetta per i mercati azionari, che da tempo viaggiavano sui massimi e che hanno corretto pesantemente, con Milano che è stata di qualche frazione la Borsa peggiore, con lo spread invece in sostanziale tenuta. 

Piazza Affari e le altre

Piazza Affari ha infatti chiuso la prima seduta della settimana con l’indice Ftse Mib in ribasso del 4,02% a 25.972 punti, dopo un minimo di giornata a quota 25.801, e l’Ftse All share in calo del 4,03% a quota 28.307. Ma sull’andamento non sembra aver influito l’incertezza politica dello stallo sul Quirinale. Anche le altre borse, infatti, hanno accusato stato un bagno di sangue, con Londra che ha provato ha contenere le perdite, ma ha comunque concluso in calo del 2,6%. Molto peggio hanno fatto Parigi (-3,9%) e Francoforte, che ha ceduto il 3,8% finale. Un ‘lunedì nerò che, per i 600 titoli maggiori del Vecchio continente, si è tradotto in 386 miliardi di capitalizzazione persi in una sola seduta. 

Gli informatici e gli energetici

Male sono andati tutti settori: i ribassi maggiori sono stati accusati dai titoli informatici, con l’indice europeo del loro comparto che ha ceduto quasi il 6%. Vendite anche sul lusso, mentre in Piazza Affari i titoli peggiori sono risultati Stellantis e Iveco, che hanno ceduto oltre sette punti percentuali. Le banche si sono mosse sostanzialmente in linea con il listino generale, mentre hanno provato a tenere le utilities (Hera e Italgas -1,3%) a dimostrazione che il mercato non teme effetti troppo violenti sul settore dai prelievi degli extra-profitti per finanziare il contenimento delle bollette. 

Le forniture del gas

Circa il gas, Mosca assicura che non ci saranno conseguenze per gli approvvigionamenti del Vecchio Continente in caso di conflitto. Il Cremlino ha definito "falsa isteria" le ipotesi secondo cui la Russia, in risposta a possibili sanzioni per l'escalation ucraina, potrebbe interrompere le forniture. "Questo e' un altro brillante esempio della finta isteria, che si costruisce attraverso notizie false e provocatorie", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Mosca, "nei momenti piu' difficili delle sue relazioni con l'Occidente e' stata un garante affidabile della sicurezza energetica dell'Europa", ha aggiunto.

I due nodi oro e petrolio

I gruppi dell’energia hanno comunque in parte beneficiato dell’andamento delle materie prime di riferimento. Il petrolio infatti è debole ma resta sopra gli 80 dollari al barile, mentre il gas naturale è ovviamente rimbalzato sulle tensioni in Ucraina con un aumento del 17% a 93 euro al Megawattora. Piatto invece l’oro, che si muove attorno ai 1.840 dollari all’oncia, segno che per ora la tensione resta confinata ai mercati azionari con Wall street che ha passato anch’essa una prima parte di seduta pessima, toccando con il Nasdaq cali del 4%.

Biden e gli aiuti a Kiev

Il presidente americano, Joe Biden, ha assicurato di avere "totale unanimita'" con gli alleati europei. Secondo gli analisti, le ricostruzioni che danno il presidente statunitense Biden pronto a inviare truppe, navi e aerei nei pressi del tesissimo teatro ucraino non piacciono ovviamente agli investitori. Che forse sono ancor più spaventati dalla prossima riunione del Federal Open Market Committee della Federal reserve, con l’attesa di comunicazioni importanti per la politica monetaria e forse anche sul programma di acquisto titoli. A deludere anche l’indice Pmi della zona euro e l’attività manifatturiera negli Stati Uniti.

La reazione europea

 Al termine della riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea sul rischio che la Russia invada l’ Ucraina, il capo della diplomazia dell’Ue, Josep Borrell, si presenta davanti ai giornalisti e cerca di placare gli animi. “Sappiamo molto bene quale sia il grado delle minacce e come reagire. Dobbiamo evitare di giocare con i nostri nervi e scongiurare reazioni allarmistiche che hanno conseguenze anche finanziarie”, avverte. “Non credo che ci sia nulla di nuovo che possa aumentare la sensazione di timore di un attacco immediato”, spiega. 

L'invito alla calma

Di fatto prende le distanze dalla “drammatizzazione” americana che nelle ultime ora ha parlata di “imminente invasione” ed esortato i familiari dei diplomatici Usa di stanza a Kiev a rientrare. Un ordine che, di norma, prelude la degenerazione in guerra. Ma Borrell tenta di minimizzare anche questa mossa. “Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ci ha spiegato che non si tratta di un’evacuazione del personale ma di una misura precauzionale per il personale non strettamente necessario che e’ libero di lasciare il Paese. In ogni caso, noi non vediamo la necessita’ di misure precauzionali”, evidenzia. E su questo, per dirla con le parole di Borrell, sono d’accordo tutti i Ventisette. Anche se, in realta’, Germania e Austria hanno gia’ in mano i piani di evacuazione.