Trecento flessioni per la violazione del lockdown anti-Covid: muore a 28 anni

L'uomo è stato fermato dagli agenti di polizia mentre stava andando a prendere l'acqua per la sua famiglia

Forze dell'ordine nelle Filippine

Forze dell'ordine nelle Filippine

Nelle Filippine un uomo di 28 anni è stato preso da convulsioni ed è morto dopo essere stato costretto dagli agenti di polizia a fare 300 flessioni per aver violato il lockdown anti-Covid: un caso che i media internazionali ora additano come l'ennesima vittima dell'approccio brutale alle restrizioni sanitarie imposte dal presidente-uomo forte Rodrigo Duterte. L'episodio, scrive la Cnn, risale al primo aprile, quando a General Trias, città della provincia di Cavite, Darren Manaog Penaredondo venne sorpreso dagli agenti fuori casa, giustificandosi che stava andando a prendere l'acqua per la sua famiglia.

"Cento piegamenti", gli è stato ordinato: un ordine poi ripetuto altre due volte. Quindi, denuncia la famiglia, almeno 300 ripetizioni. Poi, tornato a casa stremato, "a un certo punto è stato preso da convulsioni, ma a casa non siamo stati capaci di rianimarlo. Ed è entrato in coma", per poi morire in ospedale. Le Filippine hanno avuto 819.000 contagi e 14.000 decessi, secondo i dati della Johns Hopkins University. In marzo, in seguito a un'impennata dei casi, un lockdown duro è stato imposto a 25 milioni di filippini. Il presidente Duterte ha deciso di usare le maniere forti, come in altre occasioni, quali la lotta alla droga. Nell'aprile dell'anno scorso disse che la polizia avrebbe dovuto sparare per uccidere contro tutti i cittadini sorpresi a violare il coprifuoco. Negli scorsi mesi migliaia di persone sono state detenute per violazioni delle restrizioni, centinaia nella sola capitale Manila.