Elon Musk a gamba tesa sulle elezioni Usa di Midterm: "Ora basta, voterò repubblicano"

L'uomo più ricco del pianeta accusa i democratici ("sono diventati il partito dell'odio"). Pochi giorni fa anche Jeff Bezos (Amazon) aveva attaccato Biden

Elon Musk si allinea con i sostenitori di Trump

Elon Musk si allinea con i sostenitori di Trump

Washington - «In passato ho votato per i democratici perché erano (prevalentemente) il partito della gentilezza. Ma ora sono diventati il partito delle divisioni e dell'odio, quindi non posso più sostenerli e voterò repubblicano». Elon Musk, l'uomo più ricco del pianeta, entra a gamba tesa sulle elezioni di Midterm del prossimo novembre, e lo fa con un tweet che agita le acque già burrascose della politica americana e il vorace mondo dei social. Una grana in più per Joe Biden, attaccato frontalmente pochi giorni fa anche dal secondo uomo più facoltoso del mondo, il patron di Amazon (e del Washington Post) Jeff Bezos, che lo ha accusato di «depistaggio» per aver suggerito che l'inflazione si può abbassare aumentando le tasse ai Paperoni.

«Ora guardate dispiegarsi la loro campagna diffamatoria contro di me», ha cinguettato Musk, ammonendo che gli attacchi nei suoi confronti aumenteranno nei prossimi mesi. Il visionario fondatore di Tesla e Space X è nel mirino per la sua iniziale offerta da 44 miliardi di dollari per acquistare proprio Twitter e il suo successivo tentativo di fare marcia indietro o di comprarla ad un prezzo inferiore per il grande numero di account falsi. Un'operazione criticata, tra i progressisti, anche per il pericolo che Twitter viri a destra e torni ad alimentare disinformazione e odio. Musk ha infatti accusato la piattaforma di essere troppo di sinistra e ha annunciato la sua intenzione di far tornare Donald Trump revocando il bando che lo ha colpito per aver istigato l'assalto al Congresso.

Senza considerare il rischio di una piattaforma così influente nelle mani del più grande miliardario della Terra, che finora l'ha usata in modo spesso spregiudicato e che adesso ne mina anche l'apparente neutralità: con i suoi cinguettii ha fatto ballare in Borsa le criptovalute, Tesla e la stessa Twitter, finendo più volte nel mirino delle indagini (e delle sanzioni) della Sec, l'equivalente della Consob italiana. Non è la prima volta che Musk polemizza con i dem e le loro politiche, tanto da aver trasferito la sua residenza e il quartier generale di Tesla dalla liberale California al conservatore Texas, dove però non c'è la tassa statale sul reddito. Il vulcanico imprenditore ha attaccato anche il piano di Biden per far pagare più tasse ai ricchi (comprese le plusvalenze virtuali), a differenza di Bezos, che però non ha digerito l'accostamento all'inflazione.

Ora Musk, con i suoi 94 milioni di follower, rischia di condizionare le elezioni di Midterm, in cui si rinnova gran parte del Congresso, spostando a destra un enorme serbatoio di voti. Ma non tutti i suoi seguaci hanno apprezzato la svolta: molti su Twitter gli hanno risposto di «stare lontano dalla politica», lo hanno rimproverato di essere da tempo un donatore del Grand Old Party, hanno ironizzato sulla sua scelta di votare «per il partito dei ricchi». O hanno minacciato di non comprare le sue Tesla, subito però rimpiazzati dai follower repubblicani.