Quante foreste abbiamo perso negli ultimi trent'anni? Mappa e cause del taglio di alberi

Le cifre fornite nei rapporti elaborati da Fao e Wwf international

Alberi tagliati in una foresta (Archivio)

Alberi tagliati in una foresta (Archivio)

Oggi alla Cop26, la conferenza sull'ambiente in corso a Glasgow, cento paesi hanno firmato l'accordo per dire stop alla deforestazione entro il 2030. Un intervento richiesto da più parti, anche perché i numeri sulla quota di patrimonio naturale perso nel corso degli anni sono davvero imponenti. Con una ricaduta globale sul piano ambientale, dato che il livello di deforestazione ha una correlazione diretta con l'aumento delle emissioni di Co2 nell'aria. 

Le cifre

Secondo una stima della Fao, l'organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura, dal 1990 al 2020 sono andati perduti nel mondo oltre 420 milioni di ettari di foresta. Il dato è contenuto nel rapporto "Global forest resource assessment", pubblicato all'inizio di quest'anno. Nell'ultimo decennio, complice anche una maggior consapevolezza riguardo i temi ambientali, il tasso di deforestazione ha subito una certa frenata. Se fra il 1990 e il 2000 ogni anno avevamo perso circa 7,8 milioni di ettari di foreste, boschi e altro tipo di vegetazione, tra il 2010 e il 2020, invece, il calo è stato di 4,7 milioni di ettari annui. Una quota ancora preoccupante, comunque, tanto che il dubbio - al di là dell'effettivo rispetto dell'intesa siglata oggi - è che si sia scelto di intervenire comunque troppo tardi.

I fronti di deforestazione

Un rapporto di WWF International, "Fronti di deforestazione", pubblicato negli ultimi mesi, stima in 24 gli attuali fronti di deforestazione, le aree in cui è probabile che aumenti il consumo di patrimonio arboreo e le foreste vengano sostituiti da altri tipi di habitat. Le zone più coinvolte sono le aree tropicali e subtropicali: 9 in Sud America, 8 in Africa, 7 in Asia e Oceania.

In Sud America le aree più colpite sono il Cerrado brasiliano, un enorme territorio che negli ultimi anni ha perso oltre il 30% delle sue foreste. Qui la minaccia principale è rappresentata dalla coltivazione intensiva di soia. Nella vicina Amazzonia, invece, alberi e piante vengono eliminati per ricavare nuovi terreni da destinare agli allevamenti, oltre che agli impianti idroelettrici e le attività agricole. Foreste "falcidiate" anche in Paraguay e Argentina. 

In Africa, invece, la responsabilità è da imputare alla sottrazione di terreni per le piccole produzioni di caffè, cacao, olio di palma, mais e bestiame, con il Madgascar a "guidare" la classifica della deforestazione. In Asia, infine, ruspe e boscaioli in azione per soddisfare la richiesta dei coltivatori di palma da olio, con la situazione peggiore in Indonesia e nelle isole di Sumatra e Borneo. 

Cosa intendiamo per deforestazione

La deforestazione è la trasformazione permanente di una foresta in un altro tipo di habitat ma anche, più in generale, una perdita permanente di importanti quote del patrimonio arboreo.  

Foreste: dove sono e quanto sono "naturali"

E' sempre il report della Fao a dire che le foreste nel mondo ricoprono un'area della misura complessiva dei circa 4 miliardi di ettari, pari a circa il 30% della superficie terrestre. Più della metà di questo patrimonio si trova in cinque paesi: Russia, Brasile, Canada, Stati Uniti e Cina. Secondo un articolo recentemente pubblicato su Nature Communication4 - e ripreso dal sito Scienza in Rete - solo il 40% di queste foreste non ha subìto modifiche per mano dell'uomo. Più della metà delle foreste integre si trova all'interno delle aree protette. Quelle più "intatte" sono quelle che si estendono nei pressi delle zone polari, ovvero nel nord della Russia, in Canada e Alaska.