Crisi Ucraina. L'ambasciatore: "Fate scorte di acqua, cibo e vestiti caldi"

L'appello francese in una giornata in cui la diplomazia ha continuato a lavorare con la telefonata fra Biden e Zelensky oltre all'appello del Papa

Kiev, 13 febbraio 2022  - L'ambasciatore francese a Kiev, Etienne de Poncins, ha consigliato ai connazionali che rimangono in Ucraina di "fare scorte di acqua, cibo e indumenti caldi e di assicurarsi di avere il serbatoio dell'auto pieno", mentre continua l'allarme su un possibile attacco russo.

Scorte per la guerra

"Ovviamente, monitoriamo costantemente e al piu' alto livello lo sviluppo della situazione", si legge in un messaggio sul sito della rappresentanza diplomatica di Parigi. "La nostra preoccupazione rimane a un livello molto alto", prosegue de Poncins, "i giorni passano ma non vedono ancora l'attesa de escalation su cui le nostre autorita' stanno lavorando instancabilmente". Dopo aver ribadito l'invito ai francesi a non recarsi in Ucraina, l'ambasciatore consiglia a chi invece si trova nel Paese di controllare di avere in regola i propri documenti personali e di preparare "scorte di acqua, cibo e vestiti caldi e assicurarsi di avere il serbatoio dell'auto pieno e di avere anche una scorta extra" di carburante. Il diplomatico conclude assicurando che l'ambasciata a Kiev rimane aperta e i servizi consolari non sono interrotti.

Telefonata Biden Zelensky

Intanto in serata il presidente americano Joe Biden "ha ribadito l'impegno degli Stati Uniti per la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina" e ha convenuto con l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky "sull'importanza di continuare a portare avanti diplomazia e deterrenza in risposta al rafforzamento militare della Russia ai confini dell'Ucraina": è quanto si legge nella nota diffusa dalla Casa bianca al termine del colloquio tra Biden e Zelensky.  "Il presidente Biden ha chiarito che gli Stati Uniti risponderanno in tempi rapidi e con decisione, insieme ai loro alleati e partner, a qualsiasi ulteriore aggressione russa contro l'Ucraina", si ribadisce nella nota. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha riferito che nel suo colloquio col collega Usa, Joe Biden, si e' discusso di "sicurezza, economia, dei rischi esistenti, delle sanzioni e dell'aggressione russa". Lo ha dichiarato lo stesso Zelensky su Twitter. 

Londra: invasione altamente probabile

L'appello del papa

Una preghiera, ancora più che un appello. L'invocazione 'in extremis' del Papa perché si eviti la guerra in Ucraina è rivolta direttamente alle parti. "Le notizie che giungono dall'Ucraina sono molto preoccupanti - dice Francesco all'Angelus in Piazza San Pietro - Affido all'intercessione della Vergine Maria e alla coscienza dei responsabili politici ogni sforzo per la pace". E aggiunge, rivolto ai fedeli, invitando ad alcuni istanti di raccoglimento: "Preghiamo in silenzio". Poche parole, ma di intensità straordinaria e dal sapore storico, quelle pronunciate dal Pontefice quasi in ginocchio, con la coscienza di essere ormai sull'orlo di un abisso.

Biden in Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto al capo della Casa Bianca, Joe Biden, un maggiore sostegno militare e finanziario, ma anche una visita in Ucraina: lo ha riferito una fonte ucraina, secondo la Cnn. Zelensky ne ha parlato durante il colloquio telefonico avuto con il presidente Usa, in cui ha proposto quelle che ha definito "idee concrete per diminuire la minaccia russa all'Ucraina". Biden non ha accettato l'invito e fonti americane hanno aggiunto che un viaggio del presidente Usa in Ucraina e' estremamente improbabile.

Gli italiani in Ucraina

Il personale non essenziale dell'ambasciata italiana a Kiev rientrerà domani in patria, dopo le decisioni annunciate ieri dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio al termine del tavolo di coordinamento sull'Ucraina. Al momento, secondo quanto si apprende, risulta poi che una decina di connazionali abbia manifestato l'intenzione di rientrare con mezzi propri dal Paese, dove sono circa duemila gli italiani presenti.

Corsa agli armamenti: i missili Stinger

Gli eserciti si rafforzano, la diplomazia arranca, la paura cresce. Dopo lo stallo nelle trattative ai massimi livelli, con il colloquio tra Joe Biden e Vladimir Putin che ha portato solo alla generica promessa di proseguire con il dialogo, l'Ucraina si prepara alla guerra. Nelle ultime ore, dalla Lituania è atterrata una fornitura del sistema missilistico anti-aereo Stinger, mentre altre 180 tonnellate di munizioni le hanno trasferite gli Stati Uniti, per un totale di circa 1.500 dall'inizio della crisi. Ma nel frattempo, un'altra guerra è già cominciata. Le armi non sparano ma seminano comunque il panico, sabotano senza bisogno di invadere, perché nell'etere le linee rosse non si vedono: è la guerra ibrida di Mosca, fatta di pressione economica, cyberattacchi e la tattica dei falsi allarmi bomba, portata avanti per logorare i nervi del Paese.

Niente voli civili sul Mar Nero

L'Ucraina ha consigliato alle compagnie aeree di evitare di sorvolare le acque del Mar Nero da lunedì a sabato della prossima settimana a causa delle esercitazioni navali russe che si svolgono lì: lo riferisce il Guardian. Ieri l'agenzia di stampa Ria Novosti ha riferito di oltre 30 navi da guerra russe impegnate vicino alla penisola di Crimea, nell'ambito di esercitazioni navali più ampie. «Da domani, si consiglia alle compagnie aeree di non volare su quest'area e di pianificare in anticipo rotte alternative, tenendo conto della situazione attuale», ha affermato il servizio di traffico aereo statale ucraino.