Il Covid torna a Wuhan: 7 nuovi casi (dopo mesi) dove tutto è cominciato

Si tratta di migranti, nuove disposizioni anti contagio: sull'ipotesi della fuga del virus da un laboratorio è ancora braccio di ferro tra Pechino e resto del mondo

Tute di protezione a Wuhan nel pieno della pandemia

Tute di protezione a Wuhan nel pieno della pandemia

Il virus Covid-19 ritorna a Wuhan dopo mesi di assenza assoluta: sette lavoratori migranti sono risultati positivi ai test e sono stati inviati agli ospedali designati per i relativi trattamenti. Lo hanno reso noto le autorità del capoluogo dell'Hubei, dove per primo fu individuato il nuovo coronavirus a fine 2019. Si tratta di persone tutte legate all'area di sviluppo economico della città, subito isolate. Le autorità hanno sollecitato il rispetto delle regole anti Covid, tra cui l'uso della mascherina in pubblico, il distanziamento e a lavarsi frequentemente le mani.

Wuhan fu il luogo da cui è partita la pandemia da SarsCoV2: secondo l'ipotesi più diffusa, il coronavirus sarebbe passato da un pipistrello a un altro animale, finito sulle bancarelle del mercato di Wuhan per poi diffondersi ovunque. Secondo i sospetti degli Stati Uniti, invece, il Covid 19 sarebbe stato isolato in un laboratorio della città cinese e poi "sfuggito" al controllo degli scienziati. Un'ipotesi sin qui non suffragata da evidenze scientifiche, ma sulla quale l'Oms ha chiesto di poter eseguire una nuova indagine, dopo quella del 2020. Richiesta alla quale Pechino si oppone.

Il virus è tornato a correre in tutto l'Estremo Oriente, a partire da Tokyo, sede dei Giochi olimpici in corso, che sta vivendo un boom di contagi. In Cina, il focolaio della variante Delta scoperto a Nanchino, che le autorità hanno fatto risalire ad alcuni lavoratori delle pulizie a bordo di un volo dalla Russia, si è diffuso in  14 province ed è arrivato nell'area di Pechino, a Chengdu e nella megalopoli di Chongqing. Nonostante il miliardo e 600 milioni di dosi di vaccino somministate, torna l'allarme. I nuovi casi ufficializzati sono stati 328 l'altro giorno, tanti quanti quelli registrati da febbraio a giugno. Nel bollettino relativo a domenica erano 98 i casi confermati: 55 di trasmissione locale, di cui 40 nella provincia di Jiangsu e due a Pechino. Gli altri 43 sono "casi importati", la maggior parte dei quali (16) nella provincia di Yunnan, tre in quella di Jiangsu e quattro a Pechino.   

Nella città turistica di Zhangjiajie, nell'Hunan, sono state chiuse tutte le attrazioni e i luoghi di spettacolo, mettendo di fatto in lockdown un milione e mezzo di persone: perché un focolaio si è acceso proprio dopo uno spettaoclo teatrale. A Nanchino invece sono stati sospesi tutti i voli all'aeroporto internazionale, anche questo sede di un focolaio di Covid definito dalla stampa locale "il più esteso dopo Wuhan".