Covid nel mondo, meno morti e contagi ma pochi tamponi. E resta l'incognita variante Xe

Report Oms: molti Paesi stanno cambiando le strategie di test, determinando una riduzione complessiva dei tamponi eseguiti e quindi dei positivi rilevati

Meno morti, meno contagi ma anche meno test.  L'Organizzazione mondiale della Sanita (Oms) ha  scattato una fotografia con luci e ombre della pandemia da Covid-19 a livello planetario. Una analisi però ancora poco comprensiva della variante Xe 

 "Dopo l'aumento osservato durante la prima metà di marzo, il numero di nuovi casi di Covid-19" a livello globale "è diminuito per la seconda settimana consecutiva, con un calo del 16% dal 28 marzo al 3 aprile. In forte riduzione anche il numero dei nuovi decessi (-43%) rispetto alla settimana precedente, quando era stato osservato un picco artificiale" legato a cambiamenti nella definizione delle morti Covid in Cile e Usa e ad aggiustamenti retrospettivi in India e nel Sudest asiatico".

E' quanto emerge dall'ultimo report settimanale dell'Organizzazione mondiale della sanità, che ancora una volta precisa come "queste tendenze dovrebbero essere interpretate con cautela, poiché diversi Paesi stanno progressivamente cambiando le loro strategie di test, determinando una riduzione complessiva dei tamponi eseguiti e quindi dei positivi rilevati". 

Il calo generalizzato dei tamponi comporta la scoperta di un minor numero di positivi
Il calo generalizzato dei tamponi comporta la scoperta di un minor numero di positivi

Variante Xe

I  prossimi report Oms ci diranno il peso e gli effetti della nuova variante. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità "la variante  Xe di Sars-CoV-2, mutazione ricombinante di Omicron 1 e Omicron 2 (BA.1 e BA.2), è stata rilevata per la prima volta nel Regno Unito il 19 gennaio scorso, e da allora sono oltre 600 le sequenze segnalate e confermate" come corrispondenti al nuovo mutante. Le prime stime indicano" per questa 'variante mix un possibile "vantaggio del tasso di crescita di circa il 10% rispetto a BA.2, ma questo dato richiede un'ulteriore conferma".   Benché si ipotizzi dunque un 10% in più di contagiosità per Xe rispetto a Omicron 2, l'Oms precisa che, finché non verranno riportate "significative differenze nella trasmissibilità" del mutante "e nelle caratteristiche della malattia" che provoca, "inclusa la gravità", Xe verrà considerata una variante appartenente alla famiglia Omicron. Per Xe, le prime stime suggeriscono che abbia un vantaggio del 10% in termini di trasmissibilità rispetto a BA.2, ma "la scoperta richiede ulteriori conferme".  Intanto Omicron BA.2 ha definitivamente soppiantato Omicron 1 ed è ormai responsabile di oltre il 90% delle infezioni Covid nel mondo. In particolare Omicron BA.2, nell'ultima settimana di marzo è nel 93,6% dei campioni depositati su Gisaid, il database open delle sequenze genetiche del virus; il 4,8 sono di BA.1.1 mentre Omicron 1 conta ormai appena lo 0,94% dei campioni.

Le varianti puzzle
Le varianti puzzle

Mondo

Nel periodo in esame, nelle 6 regioni Oms sono stati segnalati oltre 9 milioni di nuovi casi e più di 26mila nuovi decessi, che portano il bilancio da inizio pandemia a poco più di 489 milioni di contagi e oltre 6 milioni di morti. Tutti i Paesi  hanno registrato un calo sia dei casi sia dei decessi. Il maggior numero di nuovi positivi è stato riportato da Repubblica di Corea (2.058.375, -16%), Germania (1.371.270, -13%), Francia (959.084, +13%), Vietnam (796.725, -29%) e Italia (486.695, -3%). Il maggior numero di nuove morti è stato segnalato da Stati Uniti (4.435, -10%), Federazione Russa (2.357, -18%), Repubblica di Corea (2.336, -5%), Germania (1.592, +5%) e Brasile (1.436, -19%). 

Europa

A livello europeo, dopo l'aumento dei casi osservato nella regione durante la prima metà di marzo - ricorda l'Oms - i nuovi contagi settimanali sono diminuiti per la seconda settimana consecutiva (-16%) a oltre 4,6 milioni, mentre i nuovi decessi hanno continuato a calare, a oltre 10mila (-15%). In 4 Paesi della regione i nuovi casi sono cresciuti del 20% o più, specie a Malta (+74%), in Uzbekistan (+28%) e Kirghizistan (+27%). Il numero maggiore di nuovi contagi è stato registrato da Germania (1.371.270, 1648,8/100mila, -13%), Francia (959.084; 1474,6/100mila, +13%) e Italia (486.695, 816,0/100mila, -3%). Ai primi posti per numero di morti riportate ci sono invece Federazione Russa (2.357, 1,6/100mila, -18%), Germania (1.592, 1,9/100mila, +5%) e Italia (966, 1,6/100mila, -4%).

Italia

Anche in Italia il quadro vende meno positivi, meno morti e meno tamponi. E sul fronte variante Xe? La risposta è di  Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv).  "In questo momento non abbiamo alcun dato per dire che anche in Italia è presente Xe", il mix tra le varianti Omicron 1 e 2 di Sars-CoV-2, segnalato nel Regno Unito. "Nessun caso di Xe è giunto alla nostra osservazione, mentre è stato rilevato qualche caso sporadico di Omicron 3, che non riveste al momento alcun tipo di interesse" in un contesto in cui "Omicron 2 sta prendendo nettamente il sopravvento sulla 1". 

Tamponi

"Dalla prima settimana del 2022, quando sulla piattaforma Gisaid è stato riportato il maggior numero settimanale di sequenze virali (284.061) - sottolinea l'Oms - il dato è diminuito progressivamente. Durante la 12esima settimana dell'anno, dal 21 al 27 marzo, sono state raccolte e inviate a Gisaid solo 65.381 sequenze, con una riduzione media del 12% nella raccolta settimanale e nella presentazione delle sequenze" di Sars-CoV-2, calcola l'agenzia ginevrina che la scorsa settimana aveva lanciato un allarme per questo calo, avvertendo i Paesi che la diminuzione dei tamponi rischiava di compromettere i sistemi di monitoraggio della pandemia a livello globale.  Se infatti "la diminuzione delle sequenze è coerente con la tendenza complessiva nei nuovi casi osservati" nel mondo, l'Oms spiega che "può anche riflettere i cambiamenti nelle politiche di sorveglianza epidemiologica in alcuni Paesi, incluse variazioni nelle strategie di campionamento e sequenziamento, con una conseguente riduzione del numero complessivo di test e dunque un minor numero di casi rilevati".