La Corte Suprema degli Stati Uniti d'America ha dato ragione a un allenatore di football licenziato da un liceo dopo aver organizzato una pubblica preghiera sul campo al termine di una partita. Il caso, incentrato sul rapporto fra libertà di religione e laicità della scuola, scrive il Washington Post, ha diviso l'America mettendo gli uni contro gli altri stati democratici e repubblicani, giocatori professionisti e costituzionalisti, in una controversia seconda solo a quelle sulla sentenza anti aborto e contro le restrizioni sulle armi.
La Corte ha deciso in favore dell'allenatore Robert Kennedy con 6 voti favorevoli e 3 contrari. Il giudice conservatore Neil Gorsuch ha scritto la sentenza, affermando che il diritto a pregare di Kennedy è sancito dalla libertà di parola e religione. E non può essere contrastato dal distretto scolastico in nome della separazione fra chiesa e Stato. "La Costituzione e il meglio delle nostre tradizioni consigliano mutuo rispetto e tolleranza, non censura e soppressione, sia per le opinioni religiose che non religiose", ha scritto.
Contro la sentenza si sono espressi i tre giudici liberal Stephen Breyer, Sonia Sotomayor ed Elena Kagan, ricordando che in precedenza la Corte aveva considerato "inammissibile" dal punto di vista Costituzionale il fatto che funzionari scolastici potessero guidare una preghiera pubblica, una linea seguita negli ultimi 60 anni. "Preghiere guidate ufficialmente colpiscono al cuore le protezioni costituzionali per la libertà religiosa degli allievi e i loro genitori", si legge nell'opinione dissenziente, nella quale si sottolinea che "la Corte ha ora intrapreso un'altra strada".