Londra - Un pilastro sempre "presente" per la famiglia. E soprattutto una vera "roccia" della vita della regina Elisabetta, in un matrimonio durato 73 anni. Sono i riconoscimenti che i quattro figli del principe Filippo - intervistati uno dopo l'altro dalla Bbc - riservano non senza commozione al duca di Edimburgo morto ieri quasi centenario. Questa mattina l'account della Royal family ha ritwittato un messaggio che la regina Elisabetta aveva scritto nel novembre del 1997, in occasione delle nozze d'oro con Filippo: "E' stato, molto semplicemente, la mia forza, è stato accanto in tutti questi anni e io, e tutta la sua famiglia e questo e molti altri Paesi, abbiamo con lui un debito più grande di quanto abbia mai rivendicato o di quanto mai sapremo".
La prima testimonianza video di fronte alla nazione è stata affidata alle parole dell'erede al trono Carlo, 72 anni, l'unico ad aver visitato Filippo durante l'ultimo ricovero in ospedale. Del duca di Edimburgo, Carlo ha esaltato "l'incredibile energia profusa per sostenere la mamma, e così tanto a lungo". Ma anche il suo spirito libero, il probabile desiderio di essere "ricordato come un individuo per suo conto". Un individuo dalla "schiettezza" memorabile, nota, rievocando come Filippo "non potesse soffrire" le persone inclini a "scegliere con cura le parole"; e attribuendo questa sua nota caratteriale all'eredità della di lui madre, l'anticonformista principessa greca Alice di Battenberg, sepolta ora in un cimitero ortodosso di Gerusalemme e riconosciuta in Israele come Giusta fra le Nazioni per aver dato rifugio a diversi ebrei durante l'occupazione nazista di Atene.
Il ricordo di Filippo come "roccia nella vita della Regina" e della nazione è stato evidenziato pure dal quartogenito Edoardo, attento a rimarcare la cura del padre a porsi come consigliere della moglie, ma sempre evitando di "far mai ombra" al suo ruolo di regina con "incredibile tatto e diplomazia". Mentre la secondogenita Anna, forse la figlia più simile al padre, ne ha richiamato il sacrificio della rinuncia alla carriera nella Marina dopo la guerra.