Scuole degli orrori in Canada, ora i nativi vogliono i registri degli studenti

La presidentessa degli indigeni chiede al premier Trudeau di aprire gli archivi dei missionari: migliaia di bambini furono abusati, molti uccisi

Le scarpe dei bambini esposte per protesta davanti a una chiesa in Canada

Le scarpe dei bambini esposte per protesta davanti a una chiesa in Canada

Rosanne Casimir, presidentessa della comunità nativa Tk'emlúps te Secwépemc, ha rilanciato nel dibattito canadese il tema delle fosse comuni trovate le scorse settimane nei pressi di ex collegi cattolici, contenenti le spoglie di centinaia di minori nativi. Rivolgendosi direttamente al primo ministro Justin Trudeau, Casimir ha chiesto sostegno affinché i missionari Oblati di Maria immacolata aprano "immediatamente e completamente" i registri delle presenze degli studenti iscritti alla Kamloops Indian Residential School, in modo che la sua comunità possa identificare le centinaia di bambini.

Quella di Casimir è stata la prima comunità a realizzare a maggio indagini georadar nei terreni intorno alla scuola, individuando così 215 corpi. La scoperta ha destato sdegno nel Paese riaprendo la polemica sulla pratica dello Stato, col sostegno della Chiesa, di togliere alle famiglie i bambini delle comunità native per educarli in collegi dove veniva insegnata loro la lingua, la religione e gli usi della cultura dominante. Tra la fine del 1800 e la seconda metà del 1900 si stima che 150.000 bambini furono portati in queste "residential schools", e una volta grandi molti di loro denunciarono storie di abusi, violenze - anche sessuali - e persino casi di morte, come le fosse comuni stanno confermando. Molti di loro non hanno mai più ritrovato le loro famiglie.

Altre 160 tombe senza un nome sono state scoperte due settimane fa in quelle che una volta erano 'scuole residenzialì (collegi per gli indigeni canadesi) nella Colombia Britannica. Lo ha reso noto la tribù Penelakut. In particolare le tombe sono state scoperte sul suolo che in passato ospitava la Kuper Island Residential School, conosciuta come la Alcatraz del Canada. Secondo alcuni sopravvissuti, alcuni bambini morirono dopo aver tentato la fuga via mare per sfuggire agli abusi della scuola. 

 All'inizio di luglio e statue della Regina Vittoria e della Regina Elisabetta sono state rovesciate durante una marcia di protesta per i ritrovamenti di centinaia di resti dei bambini indigeni che per oltre un secolo il governo canadese ha costretto a frequentare scuole cattoliche per imporre la loro integrazione. Le proteste delle First Nations, come vengono chiamate le comunità indigene in Canada, si sono avute in occasione del Canada Day, giorno in cui si ricorda la fondazione, il 1 luglio 1867, del Paese da parte dei coloni britannici. 

 La protesta viene descritta come in generale pacifica, ma la polizia ha usato la pistola stordente per fermare uno dei dimostranti.  Un portavoce del governo britannico ha condannato l'attacco alle statue, ma allo stesso tempo ha voluto ribadire che "i nostri pensieri sono con le comunità indigene a seguito di questi tragici ritrovamenti e stiamo seguendo con attenzione la vicenda dialogando con il governo del Canada sulle questioni relative alle comunità indigene".