Brasile, assolto Lula: sfiderà Bolsonaro nel 2022

L'ex presidente ora farà causa al ministro Moro, messo dal rivale alla Giustizia. All'epoca fu lui il giudice che emise la condanna

Brasile, annullate le condanne a Lula da Silva (Ansa)

Brasile, annullate le condanne a Lula da Silva (Ansa)

Brasilia - Colpo di scena nel Brasile ultraconservatore di Bolsonaro. La corte suprema ha annullato le condanne per l‘ex presidente Luiz Inacio “Lula“ da Silva, ripristinando i suoi diritti politici. In questo modo Lula ha la possibilità di sfidare l‘attuale presidente Jair Bolsonaro alle prossime elezioni presidenziali previste nel 2022. Lula, 75 anni, che era stato condannato dal giudice Sergio Moro (poi promosso a ministro da Bolsonaro) si è sempre dichiarato innocente e vittima di una persecuzione politica, accusato di essere coinvolto in quella che è stata definita la “Tangentopoli brasiliana“, un grosso scandalo di corruzione.

Tutte le sentenze precedenti sono state dichiarate nulle dalla Corte suprema ma la procura di Curitiba, coinvolta nell‘inchiesta, probabilmente farà ricorso. Intanto, però, Lula potrà tornare eleggibile per le elezioni. Una sentenza abbastanza inaspettata per i brasiliani alle prese con il Covid-19 che nel Paese ha fatto registrare oltre 11 milioni di contagi. “E‘ una buona notizia che arriva al momento giusto perché la situazione politica del paese è terribile, direi drammatica“ dice una ragazza di Rio de Janeiro. “Se si ricandidasse lo voterei - dice un ragazzo - ha le capacità, è un buon presidente“.

la Giustizia sembra dunque per una volta non avere tenuto conto delle influenze politiche nel Paese. Ma non tutti la pensano così. “Non crederei a un politico che è già stato arrestato per corruzione - dice un altro - e non credo che lui (Lula, ndr) sarebbe la persona giusta per governare il nostro Paese“. Dal canto suo il presidente Bolsonaro ha criticato la decisione del giudice Edson Fachin che ha annullato le condanne inflitte a Lula, ricordando che questo giudice ha sempre mantenuto stretti legami con il Partito dei lavoratori, la formazione politica fondata da Lula.

Lula ha accolto «con soddisfazione» l’annullamento delle condanne a suo carico da parte della Corte suprema, ma ha ribadito l’intenzione di «fare causa» all’ex giudice Sergio Moro per le presunte irregolarità commesse contro di lui nell’ambito dell’inchiesta “Lava Jat“. L’ex capo dello Stato ha denunciato Moro per «parzialità» e non è escluso che già in settimana il giudice della Stf, Gilmar Mendes, riprenda la causa intentata contro l’ex magistrato. Secondo i media locali, Mendes non terrà conto della sentenza del collega Edson Fachin, che ieri ha annullato tutte le condanne a carico di Lula, poiché ritiene che debbano comunque essere giudicate le presunte manovre illegali compiute da Moro quando comandava la Lava Jato. Per la presidente del Partito dei lavoratori (Pt) di Lula, Gleisi Hoffmann, «l’annullamento delle sentenze risponde a una richiesta di giustizia da parte della società brasiliana e di chi credeva nell’innocenza di Lula nonostante le atrocità commesse da Moro».