Bielorussia, il referendum approva: armi nucleari sul territorio e truppe in Ucraina

Estesi fino al 2035 il poteri del presidente Lukashenko. Dopo l’annuncio del governo sui risultati si sono scatenate proteste e sono state arrestate almeno 800 persone.

Il presidente-padrone della Bielorussia Aleksandr Lukashenko al voto

Il presidente-padrone della Bielorussia Aleksandr Lukashenko al voto

MInsk (Bielorussia) - Con un tempismo del tutto imprevisto, proprio mentre ospita (oggi alle 11) i colloqui di pace tra Mosca e Kiev, la Bielorussia si sta preparando per mandare i propri soldati in Ucraina. Lo scrive il Washington Post citando fonti dell’amministrazione americana. La notizia del coinvolgimento di Lukashenko era stata riportata nella notte dal ‘Kyiv independent’, che aveva citato “fonti” non precisate secondo le quali il primo aereo da trasporto “Ilyushin Il-76 sarebbe decollato con a bordo paracadutisti bielorussi da schierare contro l’Ucraina”.

 Le voci sul coinvolgimento della Bielorussia nella guerra sono arrivate da un rapporto giunto agli ambienti diplomatici da anonimi giornalisti dell’opposizione bielorussa. Il messaggio suggeriva che le truppe potrebbero essere schierate nelle aree di Kiev o Zhytomyr, a sostegno dei soldati russi. La svolta è figlia del voto di ieri. Minsk ha votato il referendum sulla riforma della Costituzione voluta da Lukashenko per abbandonare la neutralita’ del Paese e autorizzare il posizionamento di armDopo l’annuncio del governo sui risultati si sono scatenate proteste e sono state arrestate almeno 800 persone.i nucleari sul suo territorio. Piu’ del 65% dei voti sono andati a favore del leader.

Dopo l’annuncio del governo sui risultati si sono scatenate proteste e sono state arrestate almeno 800 persone. Il risultato del referendum prospetta la possibilità per la Russia di posizionare le sue armi, anche nucleari sul territorio bielorusso. Gli elettori bielorussi hanno votato quindi per la modifica dell’articolo 18 della Costituzione. Una decisione che va contro il Memorandum di Budapest del 1994 in cui si garantisce la sovranità e l’integrità territoriale di Minsk in cambio del disarmo nucleare dopo il collasso dell’Unione sovietica. 

Ieri, gli elettori hanno votato altri due referendum su modifiche costituzionali: riduzione del potere del Parlamento con passaggio di poteri all’Assemblea del popolo, altri due mandati possibili per Lukashenko. Il presidente potrà restare al potere fino al 2035. Secondo i dati ufficiali, i voti contrari - nel pieno della guerra lanciata da Mosca, anche dalla Bielorussia, contro l’Ucraina - sono stati solo il 10,07%. Lukashenko guida il Paese dal 1994. Tra gli emendamenti anche l’estensione del mandato del Parlamento da quattro a cinque anni, l’introduzione dell’Assemblea popolare di Bielorussia come nuovo organo, l’immunità per gli ex presidenti.