Ambasciatore ucciso in Congo: assassinato anche il magistrato che indagava al caso

L'agguato sulla stessa strada dove hanno trovato la morte Luca Attanasio e il carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci. Il governatore della provincia: "Non era lui il titolare dell'inchiesta"

Luca Attanasio

Luca Attanasio

Kinshasa - Mistero sulla morte del magistrato militare congolese William Assani. Era lui a capo del pool che indaga sull'assassinio dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e dell'autista Mustafa Milambo? Dopo che si è diffusa la notizia dell'assassinio di Assani, il suo nome è stato collegato subito al caso Attanasio. Poi, però, è arrivata una smentita. Lanciata, però, dal governatore della provincia di Nord Kivu, il territorio che è stato il teatro dell'imboscata fatale ad Attanasio, Iacovacci e Milambo, che si è affrettato - forse troppo - a dire che Assani non ha nulla a che fare con l'inchiesta sulla morte del diplomatico italiano.

Agguato dopo il vertice

Secondo quanto riportato dall'agenzia Fides, che cita fonti locali, Assani è stato assassinato sulla stessa strada - la Rutshuru-Goma - dove hanno trovato la morte Attanasio e Iacovacci. Il magistrato "stava tornando da una riunione nell'ambito dell'inchiesta sulla sicurezza dell'area e in particolare sull'omicidio dell'ambasciatore italiano e dei suoi due accompagnatori", confermano a Fides fonti missionarie che operano nella provincia del Nord Kivu. La notizia è stata poi ripresa su Twitter da GeopoliticalCenter, un gruppo di analisi strategica, militare, politica ed economica indipendente basato in Italia. La notizia della morte di Assani, a quanto pare, è stata anche confermata in una nota delle forze armate, in cui si attribuisce la responsabilità a militari ribelli del 3416esimo reggimento. L'emittente, tuttavia, non precisa se il procuratore stesse lavorando all'inchiesta sull'uccisione dell'ambasciatore Luca Attanasio e de carabiniere Vittorio Iacovacci. 

La nota dell'ong

In un comunicato inviato a Fides, l'ong locale Cepadho (Centro Studi per la Pace, la Democrazia e i Diritti Umani) afferma di "aver appreso con forte sgomento dell'assassinio del maggiore William Assani, magistrato presso il Tribunale militare di Rutshuru il 2 marzo, rimasto vittima di un agguato all'altezza di Katale, sull'asse stradale Rutshuru - Goma, da dove proveniva".  Questo crimine, si legge ancora nel documento, "è stato perpetrato da uomini armati, non identificati, uno dei quali è stato neutralizzato dalla risposta avviata dalle Fardc", l'esercito congolese, come è precisato nella dichiarazione. "Il Cepadho condanna con veemenza questo atto spregevole e barbaro, da considerarsi un vero sabotaggio alla magistratura, visto l'impegno e l'abnegazione che ha caratterizzato il Magistrato Militare nel Territorio di Rutshuru. La nostra Organizzazione, scioccata e scandalizzata per la morte del maggiore William Assani, sollecita le autorità perché avviino indagini credibili per trovare gli assassini, affinché gli autori di questo delitto non restino impuniti". Anche qui, però, nessun riferimento all'omicidio Attanasio.

La smentita del governatore

"Il magistrato William Hassani viaggiava sulla strada Goma-Ruthsuru per condurre le sue indagini sul contrasto al traffico illegale di legname, quando e' stato ucciso in una imboscata. Ma non lavorava affatto all'inchiesta sulla morte dell'Ambasciatore Attanasio". Così ha voluto precisare all'agenzia Dire Carly Nzanzu Kasivita, il governatore della provincia di Nord Kivu, nell'est della Repubblica democratica del  Congo. "Ho già incontrato le autorità che lavorano al caso - spiega Kasivita - Posso assicurare che insieme con loro il magistrato Assani non c'era". Assani, a quanto pare, rientrava da un incontro a Goma con i responsabili della sicurezza. Difficile non pensare che si sia parlato dell'imboscata che ha portato il Nord Kivu sulle prime pagine di tanti giornali internazionali. Proprio sulla strada RN2 Goma-Ruthsuru, il 22 febbraio un commando armato aveva assaltato il convoglio di cui facevano parte funzionari del World Food Programme (Wfp) e dell'ambasciata d'Italia. Avevano perso la vita, insieme all'ambasciatore Luca Attanasio, l'autista del Wfp Mustapha Milambo e il carabiniere Vittorio Iacovacci.