Afghanistan, per i Talebani le donne torneranno a scuola entro due mesi

A dare la notizia è l'inviato Onu dopo quattro giorni di incontri. Perplessa Fatima Hossani, fotografa 28enne fuggita da Kabul e premiata oggi a Orvieto

Con i Talebani la condizione delle donne è quasi impossibile

Con i Talebani la condizione delle donne è quasi impossibile

Kabul - I Talebani permetteranno alle ragazze di tornare alle scuole secondarie "molto presto". E' quanto ha assicurato il direttore esecutivo aggiunto dell'Unicef Omar Abdi rientrato al Palazzo di Vetro dopo una missione di quattro giorno in Afghanistan e Pakistan. Durante la sua missione Abdi ha incontrato il ministro dell'Istruzione del governo talebani che gli assicurato il rientro a scuola entro due mesi.  In generale, Abadi ha descritto una situazione molto negativa per i bambini e le bambine in Afghanistan. "La situazione sta peggiorando, si stima che le donne e i bambini afghani avranno bisogno di più aiuti umanitari nei prossimi mesi" ha detto, precisando che secondo l'Unicef 10 milioni di bambini afghani hanno bisogno di assistenza, ma che il numero è destinato a crescere.

Di diverso avviso Fatima Hossani, l'artista e fotografa afghana, 28 anni, fuggita da Kabul lo scorso agosto dopo l'avvento dei talebani e che stamani a Orvieto ha ricevuto il premio «Hypatia», promosso dalla 5/a Biennale del restauro architettonico ed Urban Brau5.  «Non vedo alcuna speranza per il futuro delle donne in Afghanistan», dice all'Ansa. «Le donne - aggiunge Fatima - sono sempre la parte più vulnerabile della società in una zona di guerra e ora sono davvero preoccupata per il futuro della nuova generazione dell'Afghanistan». E dice ancora: «Sappiamo tutti di essere tornati in Afghanistan a 20 anni fa e a quei giorni bui. Vediamo che i talebani hanno vietato alle donne di tornare a scuola e lavorare. Non permettono loro nemmeno di indossare ciò che vogliono», sottolinea.

L'artista racconta di aver avuto la percezione e poi la certezza che i talebani potessero tornare al potere «una volta che il presidente Biden ha annunciato il ritiro delle truppe statunitensi ad aprile e la maggior parte delle ambasciate iniziavano a chiudere». «Una decisione - ricorda Fatima - che non piaceva né alle donne, né alle varie imprese, tanto che iniziarono a rivendicare i loro diritti e ad alzare la loro voce per dire che quella non era una buona decisione». «Due mesi dopo l'annuncio - ricorda ancora la fotografa - i distretti hanno iniziato a cedere ai talebani e poi le province e abbiamo perso tutto in poche ore a Kabul». «L'arte e la cultura - conclude Fatima - possono aiutare sicuramente il popolo afghano perché così può difendere la sua identità, ma in una zona di guerra come l'Afghanistan, quando tutti parlano del potere delle armi e della politica, l'arte e la cultura dovranno faticare molto per trovare il loro spazio».