Stasera mi metto i tacchi

Il Tacchificio Villa Cortese, l'azienda che disegna i tacchi di Hollywood, compie 60 anni

Tacchi

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C'è chi li indossa per mascherare un'altezza inferiore alla media, chi per sentirsi più donna, chi per distinguere il tempo libero dal lavoro. Chi semplicemente perché si trova a proprio agio. Quante volte, prima della pandemia, si è detto "Stasera mettiti i tacchi" oppure "Devo portare i tacchi?".

Silvia Paganini è direttore marketing e commerciale del Tacchificio Villa Cortese, che proprio in questi giorni compie 60 anni. Un'azienda storica, ma anche un must per moltissimi marchi noti. Anzi, praticamente per tutti i più noti nel mondo delle calzature di lusso. I tacchi di Villa Cortese hanno fatto camminare star del calibro di Jennifer Lopez, Cher e l'icona per eccellenza: la Regina d'Inghilterra.

Silvia, come è il bilancio a un anno dall'inizio della pandemia? "Quello della moda è uno dei settori più colpiti da questa emergenza. Una volta riaperte le attività dopo il primo lockdown del 2020, le boutique hanno ricominciato a funzionare a spot soprattutto in altre zone del mondo. Noi lavoriamo con sei mesi d'anticipo rispetto a quando la merce va in negozio e quindi abbiamo un certo margine, ma chi ha una filiera diversa rispetto alla nostra fa fatica"

Quali sono gli aspetti sui quali vi state concentrando maggiormente in questo periodo? "Stiamo lavorando su progetti di ricerca materiale e innovazione dei processi aziendali. Stiamo cercando di approcciarli tutti in un'ottica di sostenibilità e tracciabilità".

La ricerca della sostenibilità come cambia il vostro modo di approcciarvi all'idea del tacco? "E' un concetto che deve partire per forza dal design: la prima fase dell'ideazione di un tacco sta cambiando, diventando di fatto la ricerca e sviluppo. Anche dal punto di vista dei materiali è in atto una rivoluzione: sessant'anni fa abbiamo cominciato con il legno, poi si è andati verso la plastica e ora spazio a materiali caricati con fibre di vetro o di carbonio".

Dopo la pandemia su quali tacchi si tornerà a camminare? "Tacchi alti e a spillo non sono il trend in questo momento, ma la certezza è che il tacco non passerà mai di moda. Ci sono stilisti che si ispirano al tempo che stiamo vivendo e quindi puntano maggiormente su scarpe basse, vista la scarsità di occasioni in cui poter indossare i tacchi, così come tanti altri hanno scelto di continuare a far sognare. I marchi emergenti sono quelli che osano maggiormente e che quindi propongono prodotti più particolari. Noi stiamo producendo varie misure: quelli più larghi sono quelli che attualmente vanno di più. Anche l'altezza è cambiata: non più il tacco 12, si preferisce quello di 9 centimetri. Anche perché, dopo un periodo come questo, sarà difficile riabituarsi a portarli".

Sostenibilità e innovazione, in cosa cambieranno i tacchi del prossimo futuro? "Corsi e ricorsi storici nella moda ci sono sempre, è la natura dell'innovazione prendere spunto dalla tradizione. Per questo vedremo un ritorno di materiali come il legno, che era stato un po' dimenticato, ma rivisitato. Vedremo sempre più materiali sostenibili, materiali di origine biologica.  Noi abbiamo lanciato FheelGreen®, una soluzione che va proprio in questa direzione. La calzatura Made in Italy di qualità è sostenibile e durevole per definizione e quindi dobbiamo puntare su questo aspetto".

Il tacco è uno strumento di seduzione? "Di questo parliamo spesso anche con i nostri clienti, è un dibattito sempre molto aperto: una donna i tacchi li indossa per sé e non per piacere all'uomo. Il tacco ti fa sentire meglio".