Milano - "We are happy", il nome del creative department veicola già una emozione, perché non si dica che il virtuale, almeno sulla moda, manca di sentimento. Ecco, quella felicità, quell’emozione che si prova davanti a una passerella, c’è chi ha studiato il modo di trasmetterla con un sistema che renderà «addicted» perché usa le tecnologie di riproduzioni immagini mutuate dai videogames. Dietro questo progetto in piena filosofia futurista-visual, più complicato da spiegare che da vedere, c’è la testa di Mauro Mastronicola, 40 anni e da sedici, molto molto prima del Covid, sperimentatore pluripremiato di progetti che usano le immagini per moda e design, con la sua Twin one start up tecnologica, che oggi si è rivelata strumento gettonatissimo.
Creare show fisici, con modelle che sfilano perfette e sensuali, ma sono solo avatar, accomodarsi all’ interno industrial di un loft newyorkese che ti sembra vero, ma è ricostruito con una realtà replicata, ologrammi disegnati con il software che sono prototipi di modelli che andranno in produzione e poi accessori in 3D che ti sembra di poter agguantare.
MODELLE AVATAR
Tutto questo ci fa essere tutti molto "happy" perché allora il lockdown non ha avuto solo effetti negativi, ma ha spinto la creatività talmente oltre che, almeno da alcuni punti di vista, non si tornerà più indietro, perché la tecnologia non solo farà sognare, ma agevolerà gli affari. Come? "La virtualizzazione - spiega Mastronicola - ha consentito e consentirà sempre di più di migliorare i punti deboli di un sistema di realizzazione dei capi. Ad esempio consentirà di snellire i tempi e i costi della prototipia. Normalmente una casa di moda realizza 30 prototipi per mandarne in produzione dieci. Costi e tempi lunghi. Con la virtualizzazione se ne producono 5 realmente e gli altri con cambi di forme e colori si producono e si fanno sfilare digitalmente su modelle avatar".
Vale per la moda e anche per i prodotti di design. "Senza dimenticare - continua - che la magia del virtuale crea in real time cataloghi per l’e-commerce, campagne stampa e video di prodotti. E, ancora, cosa è più sostenibile del virtuale? Questo mondo digitale e tecnologico, in maniera ibrida con la fisicità sarà il futuro e lo è anche semplicemente per un motivo generazionale, perché dobbiamo pensare che chi oggi è un adolescente, fra qualche anno parlerà fluentemente il linguaggio virtuale e non lo vedrà più solo come futuribile e lontano".