Pitti, Poletto: "Le fiere non sono affatto perdute, ne usciranno più forti"

Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine, e le previsioni sul futuro

Agostino Poletto

Agostino Poletto

FIRENZE L’edizione «fluida» del Pitti, avviata il 12 gennaio sulla piattaforma digitale (dove proseguirà fino al 5 aprile), guarda con fiducia al post Covid, intanto sta facendo tesoro di una esperienza che ha costretto tutti a ripensarsi, a fare un salto in avanti verso una nuova professionalità. Chi l’avrebbe detto, in fondo, che le porte sbattute in faccia con i vari dpcm che hanno costretto ad annullare anche l’ultimo tentativo di edizione ibrida, avrebbero aperto un’altra porta sul futuro? Si potrebbe dire che con il lockdown non tutto è andato perduto, se da un lato i bilanci hanno demotivato, usando un eufemismo, le aziende, dall’altro si è "approfittato" di un anno di studio per guardare al futuro con un diverso background. "E - dice il direttore generale Agostino Poletto - non è affatto vero che le fiere sono perdute, anzi ci sarà grande voglia di tornare presto alla fisicità, si pensi a Pitti Filati, cosa significa non poter toccare i tessuti. La pandemia ha fatto capire che non è facile comprare moda senza toccare i tessuti, vedere le cuciture, sentire il peso del capo. È per questo che, come soluzione imminente, negli ultimi mesi si è ricominciato a vistare gli show room, e i venditori hanno ricominciato ad andare in giro dei negozi con il campionario. «La strada però è cambiata – continua Poletto - ha preso un doppio binario fisico-digitale, da cui non si tornerà più indietro, le aziende non verranno solo in fiera, ma avranno la possibilità di caricare le collezioni sulla piattaforma digitale così da fornire un ulteriore serv izio ai compratori. Pitti Immagine potrà offrire agli espositori servizi di marketing, di selezione dei buyer o servizi video per stare in collegamento per tutto l’anno e non solo nei giorni delle fiere. Insomma il pedale sull’acceleratore digitale è premuto e la scommessa è vinta perché questo è ormai il linguaggio del futuro". "Per quanto riguarda i trend, i contenuti, i temi su cui puntare, allora le macro aree su cui insistiamo - spiega ancora Poletto - sono il "Back to live nature", un ritorno alla natura, alla dimensione rigenerante, ai materiali naturali, tema strettamente legato alla sostenibilità, al consumo consapevole e infine il terzo punto è l’essenzialità di un abito, le nuove stagioni pensano a un guardaroba fatto di capi che hanno eliminato il superfluo. Questo periodo ha insegnato ad andare oltre il superfluo, capi semplici, ma con materia e design di grande qualità".