FIRENZE Una bella iniezione di ottimismo arriva da Claudio Marenzi, patron del marchio Herno, ma anche presidente di Pitti immagine, una lunga storia nel settore e anche una bella memoria storica della fiera che per l’Uomo resta una eccellenza: «Ho cominciato con mio padre a Pitti Firenze nel ’78 che non c’era nemmeno l’esposizione in Fortezza da Basso. Mi sono divertito a fare un calcolo, ci ho passato due settimane all’anno dal ’78, è come se ci avessi vissuto per due anni e mezzo di fila a Pitti».
La storia e la memoria, in fondo sono il background migliore, il più affidabile, per immaginarsi un futuro post Covid, che per il patron di Herno e presidente di Pitti Immagine porterà presto un ritorno alla fisicità, un ritorno alle emozioni di una fiera e di una sfilata, con Pitti già a giugno perché dice Marenzi «va bene gli avatar, ma poi i vestiti bisogna pure indossarli e toccarli e poi - aggiunge - è vero che l’uomo è un animale sociale. Non può stare senza socializzare, questo mi fa pensare che tornerà tutto, inevitabilmente, come prima».
Moda vitaminica
Per sbilanciarsi sui tempi di una normalità ci vorrebbe una bacchetta magica, ma i primi approcci alla fisicità, per Pitti, si avranno a giugno con una fiera che tenterà di essere ibrida, con tutte le precauzione necessarie a garantire la sicurezza. «Nel mio showroom facciamo, già da tempo, visite e ordini in presenza». Un consiglio da imprenditore che può essere anche una valida strategia per il futuro: «Siate flessibili ai cambiamenti, flessibili di pensiero, ma mai far venire meno la creatività, non fermatevi, investite, almeno sulle idee e sui progetti, scommettendo sul futuro».
E su quale futuro? «Un ritorno anche all’abito di sartoria. Una spinta decisa verso l’abito curatissimo. E poi il colore, per i capospalla ho voluto colori vitaminici che trasmettono di energia».