La settimana della moda digitale si è conclusa e le passerelle, in parte, si sono trasferite anche a Sanremo, con una gara di abiti votatissimi sui social. Se per anni si è tentato di democratizzare la fashion week, allora oggi si può dire con certezza che il processo si è compiuto per intero anche grazie ai video virali delle sfilate trasmesse sui canali digitali.
Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda, un elemento positivo c’è stato in questo periodo terribile per il settore? “Le sfilate in streaming che abbiamo trasmesso hanno totalizzato 45 milioni di visualizzazioni, 27 milioni dalla Cina, un dato sorprendente che ci impone diverse riflessioni“.
Come sarà il futuro, anche alla luce di questi dati? «Intanto partiamo da un punto fermo: il futuro sarà (anche) prepotentemente digitale. Non esclusivamente digitale, perché c’è bisogno delle emozioni date dalla fisicità, perché i buyer hanno bisogno di toccare i prodotti, ma dalle sfilate digitali, aperte al mondo, aperte a tutti quanto desiderano vedere in diretta cosa mettono in passerella gli stilisti, da questo, non si tornerà più indietro, quindi bisognerà ripensarsi“.
Si ripartirà da una moda molto più democratica? “La democratizzazione digitale ha cambiato approccio alla moda e linguaggio della moda. Ce ne siamo accorti anche nel corso di questi lunghi mesi, che ci sono serviti come anno di studio“.
Come è questo nuovo linguaggio?
“Non più solo sfilate semplici e passerelle, ma con la fantasia anche i video si sono evoluti, c’è stata una spettacolarizzazione delle sfilate divenute, in alcuni casi veri e propri corti, piccoli documentari.
Gli show digitali resteranno, anche perché sono bellissimi, l’approccio è più easy, diretto, è per tutti e questo è un elemento molto positivo che ha portato un vero e proprio cambiamento culturale».
Le vendite online come sono andate? «Anche in questi caso abbiamo un dato molto interessante e incoraggiante, il 27% delle persone che ha fatto acquisti online, lo ha fatto per la prima volta durante la pendemia».
Un bilancio? «La rete ha fatto il suo mestiere, ha connesso la moda al mondo e, ripeto, il digitale sarà la chiave della ripresa e del futuro».