Moda, Capasa: Le sfilate democratiche viste da 45 milioni di spettatori digitali

Il bilancio della fashion week, i numeri da record ci impongono riflessioni sul futuro

Carlo Capasa e la moglie Stefania Rocca

Carlo Capasa e la moglie Stefania Rocca

La settimana della moda digitale  si è conclusa  e  le passerelle, in parte, si sono trasferite anche a Sanremo, con una gara di abiti votatissimi sui social.  Se per anni  si è tentato di  democratizzare la  fashion week,  allora oggi si può dire con certezza che  il processo si è compiuto per intero anche grazie ai video virali delle sfilate trasmesse  sui canali digitali.

Carlo Capasa, presidente  della Camera nazionale della moda, un elemento positivo  c’è stato  in questo  periodo terribile per il settore? “Le sfilate  in streaming che abbiamo trasmesso hanno totalizzato 45 milioni di visualizzazioni,  27  milioni dalla Cina,  un dato sorprendente che  ci impone diverse riflessioni“.

Come sarà il futuro, anche alla luce di questi dati? «Intanto partiamo da un punto fermo: il futuro  sarà (anche) prepotentemente digitale. Non esclusivamente digitale, perché c’è bisogno  delle emozioni date dalla fisicità, perché i buyer hanno bisogno di toccare i prodotti, ma dalle sfilate  digitali, aperte al mondo, aperte a tutti quanto desiderano vedere in diretta  cosa mettono  in passerella gli  stilisti, da questo,  non si tornerà più indietro, quindi bisognerà ripensarsi“.

Si ripartirà da una moda molto più democratica? “La democratizzazione digitale  ha cambiato approccio alla moda  e linguaggio  della moda. Ce ne siamo accorti anche   nel corso  di questi lunghi mesi, che  ci sono serviti  come  anno di studio“.

Come è questo  nuovo linguaggio?

“Non più solo   sfilate semplici e  passerelle, ma con la fantasia anche i video si sono evoluti, c’è stata  una spettacolarizzazione delle sfilate divenute, in alcuni casi veri e propri   corti, piccoli documentari. 

Gli show digitali resteranno,  anche perché sono bellissimi, l’approccio è più easy, diretto,  è per tutti e questo è un elemento molto positivo che ha portato un vero e proprio cambiamento culturale».

Le vendite online come sono andate? «Anche in questi caso abbiamo un dato molto interessante e incoraggiante, il 27% delle persone che  ha fatto acquisti online, lo ha fatto  per la prima volta durante la pendemia».

Un bilancio? «La rete ha fatto il suo mestiere, ha connesso la moda al mondo e, ripeto, il digitale sarà  la chiave della ripresa e del  futuro».