La fashion revolution parte anche da una t-shirt tinta con la grafite

Matteo, Victor e Silvia, trent'anni, paladini dell'ambiente e il loro manifesto sul consumo sostenibile

Da sinistra Victor, Silvia e Matteo

Da sinistra Victor, Silvia e Matteo

MILANO La fashion revolution della moda può iniziare anche da una semplice t-shirt grigia tinta con la grafite che racconta una storia di consumo consapevole e racconta anche la storia di tre ragazzi che hanno  realizzato il loro sogno. Matteo Ward, Silvia Giovanardi e Victor Santiago, tutti 30enni, volevano rivoluzionare completamente l’approccio alla moda, produrre solo capi sostenibili partendo da un dato certo: la moda è, dopo il petrolchimico, l’industria più inquinante al mondo. Avevano tutti e tre un ottimo lavoro sicuro, a cominciare dal fondatore e ceo del brand Wrad, Matteo, senior manager di A&F in procinto di trasferirsi nella sede di Londra, Victor   fotografo di lifestyle già molto apprezzato e Silvia responsabile ufficio stile di Etro.

Si sono incontrati, capiti, innamorati dell’idea. Il primo passo è stato licenziarsi dai loro rispettivi lavori e cominciare una fashion running: sei mesi in giro per l’Europa per incontrare chi credeva nella possibilità di un cambiamento, compreso il Surf Rider, un movimento di surfisti stanchi di surfare tra le plastiche dell’oceano. Abbiamo trovato un’energia e un entusiasmo contagiosi. Così è nato Wrad, spiega Matteo. E da  qui è nata la piccola comunità con tanto di manifesto ideologico e il movimento di pensiero Wradliving che concepisce la moda non come un bene di consumo, ma come un veicolo per il cambiamento.

IL FASHION HEALTH

Fondamentale – spiega Matteo – è stato l’utilizzo dei social, Instagram fra tutti. E all’idea che costituisce il perno del manifesto si sono poi aggregate le aziende dall’Italia, dall’Europa e dal mondo anche attraverso gli hashtag che ricostruiscono la filiera del capo finale. La vera moda della nuova «comunità Wrad» è la consapevolezza nel consumo attraverso un senso di appartenenza. In questo nuovo senso di essere alla moda la forma del prodotto è assolutamente secondaria. A White, il salone di tendenze del Tortona District che li ha scoperti Wrad ha fatto vivere la coscienza profonda dell’idea con una performance di videoarte ideata da DrawLight, il collettivo di artisti che stimola nelle persone una consapevolezza del sé attraverso arte, tecnologia, creatività e scienza.

E oggi che la comunità si è consolidata    le idee dei fondatori continuano a   percorre un pezzo di storia del futuro. «Il Covid ci ha costretto ad eccelerare il passo verso  uno stile di vita diverso». Le  aree  in cui  ci immaginiamo  il futuro sono l’educazione, l’innovazione e il design. E’ fondamentale l’educazione alla sostenibilità. Un termine  talmente abusato da dover essere salvaguardato. Così abbiamo  istituito un corso Sow - School of Wrad  che offrirà corsi di formazione dedicati alla moda sostenibile in termini di design, produzione, comunicazione. «Le lingue in cui i corsi verranno offerti saranno varie, per potersi avvicinare davvero a chi lavora nel mondo della moda in tanti Paesi produttivi, dall’India al Vietnam passando per la Cina» ha spiegato Matteo Ward.

Una delle caratteristiche della scuola, che la renderà ancora più forte su scala internazionale, sarà l’accessibilità per chi non potrà permettersi i corsi con un sistema di borse di studio di avere accesso alle lezioni nella propria lingua.  Per ogni iscritto al corso ne regaleremo  uno uguale   a qualche ragazzo  del Vietnam, dell’Iran, del Bangladesh  che non se lo può permettere creando  così una connessione globale e una cultura globale. E per quanto riguarda   l’innovazione sul fashion health stiamo lavorando con la facoltà del  Politecnico di Milano per studiare  algoritmi che   ci aiutino  a creare tessuti   che  si adattino  al  cambiamento climatico e regolino l’emissione di CO2.