Il collant supersexy è anche etico

Oroblu produce il collant dalle bottiglie riciclate, così nasce la calza green

Oroblu e le calze nate dal riciclo

Oroblu e le calze nate dal riciclo

Tra la calza a rete consegnata all'immaginario collettivo della Marylin Monroe di “A qualcuno piace caldo” e il collant che nasce dalle bottiglie di plastica riciclate c'è la storia della moda e della società che cambia.

Diventa etica e la sostenibilità si indossa. La transizione ecologica detta l'agenda anche in passerella e due firme del “Made in Italy” uniscono le forze per creare le calze “green”.

"Oroblù Save the Oceans”, il nero, 50 denari, nasce dalla partnership fra Csp International, distributore mantovano del famoso marchio amato dal pubblico femminile, e il gruppo bergamasco Radici, leader nella produzione di poliammidi, fibre sintetiche e tecnopolimeri per il tessile, un colosso con 3.100 dipendenti, 1.094 milioni di fatturato. Nei loro laboratori ha visto la luce Repetable, filato in poliestere frutto di riciclo del pet scelto dal partner per il nuovo prodotto.

"Stiamo incrementando l'uso di materie prima da recupero senza rinunciare alle performance delle nostre soluzioni – spiega il presidente Angelo Radici – l'obiettivo è soddisfare donne attente e sensibili alle tematiche ambientali”. Una risposta innovativa alla domanda crescente di consumi responsabili. Il business del futuro. Il collant, tipico acquisto di impulso, un tempo simbolo di emancipazione femminile, è allo stesso tempo oggetto del desiderio e uno scudo in difesa della natura. Una missione richiesta soprattutto dalle giovanissime alla ricerca di capi comodi e amici dell'ambiente. Il lusso e il fashion sono stati i primi a fare propria la svolta green. Adesso l'estetica ha un nuova bandiera.