Chichi Meroni, la signora milanese della moda

Chichi Meroni, che ha rinnovato lo spazio Arabesque, racconta la sua idea di stile

Chichi Meroni

Chichi Meroni

C’è tutto il sapore di una Milano discreta ed elegante, sussurrata e bon vivant, lenta e ricercata nel «salotto» di Chichi Meroni. Figlia d’arte, fin da bambina frequenta in famiglia le personalità più creative e gli intellettuali più brillanti della Milano degli anni ’50 e ’60.

Stilista, designer, grande viaggiatrice, cuoca e maestra nell’arte del ricevere. Da dove cominciamo?

"Ho tante passioni sì, e ho avuto la possibilità di approfondirle e viverle tutte. Le ho ricevute in dote dalla mia famiglia, mia mamma era indossatrice, mio padre un uomo di cultura, da mia nonna ho imparato l’amore per la tavola". 

Il primo libro di cucina, con pietanze apparecchiate in tavole da sogno fu il suo «C’era una volta a Tavola», uscito quasi vent’anni fa, in cui insegnava l’arte del ricevere...

"Il fine settimana nella mia casa di campagna mi diverto a cucinare e a sperimentare ricette nuove, è una delle mie più grandi passioni".

E poi c’è la moda, lei disegna e produce abiti, anche su misura. Quando è nata, invece, questa passione? 

"Ero una bambina quando vidi una foto di Brigitte Bardot erano gli anni Sessanta era bellissima con quegli shorts e quella camicetta Saint Tropez. Un colpo di fulmine per lo stile". 

Come è la donna che veste gli abiti di alta sartoria di Chichi Meroni?

"Una donna timeless che non ha bisogno di esibire un logo. Una donna che ama scegliere aldilà della tendenza. Che cerca la qualità del tessuto e poi abbina con accessori ricercati. Una borsa anni Cinquanta e quella scarpa che la rende sexy". 

Chichi Meroni
Chichi Meroni

Il look per una cena elegante? 

"Una giacca nera fatta su misura di taglio un po’ maschile e una bella gonna a vita alta. Tacco sì per la sera, ma non troppo alto. Niente eccessi".

Come è nato questo spazio, Arabesque?

"Qui c’è tutto il mio mondo, qui ho raccolto tutte le passioni di una vita, il cibo, la moda...l’Arabesque racchiude un po’varie anime: è ristorante, è libreria, negozio, design gallery e poi c’è il negozio vintage di abiti da collezione, che hanno una storia. Tutti i pezzi dell’arredo sono stati disegnati da me". E lo store di largo Augusto è appena stato rinnovato   secondo una ispirazione di design contemporaneo che valorizza abiti-sculture.