La rivoluzione di Re Giorgio Armani: torna alle origini e prepara la successione al trono

Re Giorgio dopo la sfilata a Milano: "Sto preparando il mio futuro con le persone che ho accanto"

Sfilata Armani

Sfilata Armani

Come sempre ciò che vedo suggerito dallo stile in generale è qualcosa che non ha niente a che fare con la moda, quindi sempre più mi allontanerò da questo input, che non so da dove viene ma viene. A volte mi sembra di far poco, ma poi alla fine metto insieme e nell'ultima visione della collezione faccio tac tac e...però bello eh?”. Affermazioni di uno stilista emergente con il sogno di essere protagonista di una rivoluzione sociale? No, e la rivoluzione si sostanzia proprio in questo: ad affermare di vergognarsi di “far parte di questo gregge” è Giorgio Armani. Incoronato re della moda praticamente da sempre, Armani è stato protagonista di un’altra piccola rivoluzione: il ritorno della grande moda in presenza a Milano. Una sfilata, quella della collezione primavera/estate 2022 allestita in via Borgonuovo, luogo simbolo e dove il mondo Armani ha preso vita sin dalle origini, dove in passerella si sono viste anche le mascherine, “per dire “attenzione, non è finita, mi auguro che lo sia ma facciamo attenzione a non farci prendere dall'orgasmo della festa, perché basta poco per ripiombare nel baratro che abbiamo vissuto. Penso sia importante dare a tutto il sistema un segnale di ripartenza. Non sono il solo, e sono certo che tutti ci siamo impegnati al massimo per offrire un'esperienza dal vivo in totale sicurezza. Sono stato il primo a chiudere al pubblico la sfilata e sono il primo a riaprire e lo faccio con estrema consapevolezza”.

Una rivoluzione nella rivoluzione: i capi in passerella. Lo stile è inconfondibilmente Armani, ma con forme leggere che accompagnano fluidamente il corpo e un atteggiamento pacatamente noncurante. Un modo di vestire sportivo, caratterizzato da colori dal blu alle tonalità sabbia e al bianco gesso, con note di rosso e verde che richiamano il mondo della natura. “Classico - sottolinea Armani - è un modo appropriato di fare le cose. In questa collezione ho interpretato il concetto con la massima scioltezza, senza eccessi e aspirando solo alla freschezza”. Altro aspetto inedito: per la prima volta re Giorgio ha condiviso il trono con Leo Dell’Orco, suo storico collaboratore: “Leo è mio collaboratore da 67 anni, con la maturità è diventato più maturo ma anche - scherza Armani, che ha passato 15 giorni in ospedale per una caduta che gli ha causato la rottura dell'omero sinistro - più testone. Gran parte di questa collezione è di Leo. È bravo lui per l'uomo come mia nipote Silvana per la donna: sto preparando il mio futuro con le persone che ho accanto”. Che proprio la nipote e lo storico collaboratore possano prendere le redini della maison se Re Giorgio dovesse decidere di abdicare?