di Luca Salvi

Milano, 29 giugno 2012 – «Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce». Se Blaise Pascal passasse oggi dall’Edificio 5 della Iulm forse cambierebbe idea. Perché lì scoprirebbe il Brain & Behaviour Lab, il primo laboratorio di ricerca europeo finalizzato a individuare quelle “espressioni del cuore” che sono le emozioni. E a dimostrare che la ragione scientifica può riconoscerle benissimo. «Cerchiamo di misurare l’immisurabile», confessa Vincenzo Russo, direttore scientifico del progetto sperimentale gestito da Iulm e dalla società Mind Room.

Il Brain & Behaviour («cervello e comportamento») Lab è un laboratorio di acquisizione che, servendosi di tecniche di biofeedback e neuro feedback, analizza le reazioni generate negli individui da stimoli di diversa natura. «Vogliamo bypassare la razionalità di una risposta. Quando io chiedo a una persona se le piace un’auto o un’opera d’arte, genero nella persona dubbi sulla domanda e sulla risposta da dare, che sarà condizionata. Il nostro laboratorio raccoglie e analizza alcuni segnali neurospicofisiologici che indicano il grado di coinvolgimento affettivo e lo stato emotivo della persona». Nell’immediatezza dello stimolo. Ma quali sono questi segnali indicatori di emozioni?

Il laboratorio ha cinque postazioni e una sala di regia che registrano la conduttanza cutanea, la contrazione muscolare, la variabilità cardiaca, la respirazione e l’attività del sistema nervoso centrale del soggetto esaminato. Si aggiungono un eye-tracker, che traccia i movimenti oculari, e il sistema Noldus FaceReader4 che riconosce in un volto sei emozioni basilari (gioia, aura, tristezza, ira, sorpresa e disgusto). Reazioni neuropsicofisiche che alcuni scienziati giudicano aspecifiche (tristezza e gioia susciterebbero risposte simili) ma che i 7 ricercatori Iulm coordinati da Russo (bioingegneri, biostatistici, psicologi, esperti di marketing e consumi) stanno traducendo in un modello di riconoscimento.

Una macchina della verità aggiornata, diventata argomento di studio e tesi per i corsisti iulmini. Il B & B Lab riscontra, dopo un anno esatto di vita, l’interesse delle aziende. «Si torna a investire nella ricerca – è sodisfatto Russo –. Il Lab può affiancare i metodi di analisi di mercato tradizionali, interviste e questionari, fornendo dati scientifici sul gradimento dell’utente». Le potenzialità di utilizzo sono molteplici. «Svolgeremo una ricerca sui consumi delle famiglie lombarde straniere per conto della Regione». In questi giorni è partita una collaborazione di ricerca congiunta con il Mit di Boston.