Inter: Eriksen, che fatica arrivare al vertice delle gerarchie di Conte

Il danese non si è perfettamente integrato nelle idee dell'allenatore, c'è da lavorare per trovare l'amalgama

Eriksen

Eriksen

Milano, 23 marzo 2020 - Se la stagione calcistica dovesse concludersi qui, il primo accenno di Christian Eriksen in nerazzurro si restringerebbe a un pugno di partite (otto di cui solo tre da titolare) e un gol in trasferta al Ludogorets. Come un rodaggio a cui non fa seguito la fase di vero e proprio rilancio, quella a cui auspicava il danese dopo un periodo difficile vissuto al Tottenham, figlio dei contrasti con l'ambiente per il rifiuto di rinnovare il contratto in scadenza.

Probabilmente Eriksen si aspettava di arrivare un po' prima al vertice delle gerarchie di Conte, ma il processo non è stato così rapido. Il giocatore non è ancora perfettamente integrato nelle idee dell'allenatore e anche quando è stato impiegato a gara in corso ha faticato a dare una svolta al gioco interista. Ha qualità, si vede.

Fa cose che a nessun altro in rosa sarebbero permesse (la traversa su punizione al Milan è un esempio lampante) ma non fa quelle che i concorrenti per un posto mettono sul piatto della bilancia al momento di stilare la formazione. Non corre, contrasta o si inserisce come Vecino, tanto per intendersi e nonostante a gennaio Conte sia stato molto vicino alla rottura prolungata con l'uruguaiano, una volta rimessi assieme i cocci del rapporto professionale il tecnico ha ripreso a riconoscere al suo giocatore le doti che ne hanno fatto un titolare.

Questi giorni di quarantena e allenamenti isolati, che Eriksen sta vivendo ad Appiano Gentile dopo che l'albergo in cui alloggiava è stato costretto alla chiusura, non sono il massimo per chi ha bisogno di trovare il giusto feeling con i compagni di squadra dal punto di vista tecnico e umano. Sotto questo secondo aspetto non si riscontrano particolari problemi, visto il carattere mite del ragazzo. L'amalgama all'interno del rettangolo di gioco andrà invece perfezionata una volta che anche gli altri giocatori avranno rimesso piede ad Appiano Gentile, ma ad oggi una data di ritorno agli allenamenti non c'è ancora e presumibilmente non ci sarà fino a quando non si avrà la percezione che l'emergenza potrà essere al termine.

Da ieri i giocatori non sono più in isolamento domiciliare, condizione a cui erano costretti per la positività di Rugani (l'8 marzo c'è stata Juventus-Inter). Gli stranieri, fino a nuova comunicazione e secondo le indicazioni governative, potranno tornare nei propri Paesi di nascita.

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