Milan: Ibrahimovic, ore decisive. Ma Piatek c'è

Lo svedese a un passo dai rossoneri dopo la resa del Bologna. E Il polacco: "Io e Zlatan possiamo giocare insieme"

Krzysztof Piątek a Bologna ha ritrovato la via del gol, il Pistolero era atteso da tempo

Krzysztof Piątek a Bologna ha ritrovato la via del gol, il Pistolero era atteso da tempo

Milano, 10 dicembre 2019 - Gol e prestazione. In una parola, finalmente Piatek. Il Milan ha aspettato il suo bomber polacco a lungo, dopo una serie di partite molto deludenti che sembrava quasi senza fine. La verità recita che l’unico ad essergli stato vicino è stato Pioli, che l’ha atteso nella speranza che le voci sul possibile approdo di Ibrahimovic al Milan smuovessero la sua voglia di tenersi stretto il Milan. È accaduto domenica, a Bologna, quando si è rivisto il vero Piatek: oltre al gol su rigore, il polacco ha fornito un’ottima prestazione in quanto si è mosso bene, ha dialogato con i compagni e ha fatto sentire la sua presenza in attacco, lottando su ogni pallone contro i difensori rossoblù. Ed entrando, cosa non banale, in tutti e tre i gol, direttamente o indirettamente. Per un giorno la fatidica maledizione della maglia numero 9 ha lasciato il posto all’estro e alla fantasia del giovane 24enne polacco, desideroso di dimostrare che i 35 milioni di euro spesi meno di un anno fa per strapparlo al Genoa non sono stati soldi buttati via. Ovviamente non può bastare una partita sola per dire che il peggio è passato, ma di certo Piatek ha dato una bella risposta alle tante critiche che gli sono arrivate nei mesi precedenti. E, nel post-partita del match vinto per 3-2 a Bologna, ha spiegato anche le sue difficoltà di inizio stagione «Non stavo benissimo fisicamente, ora sì - ha precisato - l’Europa? Non so, pensiamo partita dopo partita».

Disarmante il realismo del 24enne ex Genoa; che ammette che questa squadra si è di fatto iscritta al campionato con quattro mesi di ritardo e che sta cercando di portare a Milanello Ibrahimovic. In barba anche alle rassicurazioni avute dal ds Massara: «Se arriva Ibra sarà un bene per il Milan, ci servono giocatori così - ha ammesso Piatek - è un grande campione, possiamo giocare insieme». Un’idea che non sembra essere condivisa da Pioli, che vede in Piatek un centravanti al pari di Ibrahimovic. Potranno mai coesistere i due? Di certo, in questo momento, il Milan sta vivendo l’impasse registrata già l’anno scorso, quando in rosa Gattuto aveva due soli attaccanti (Higuain e Cutrone prima, Piatek e Cutrone poi) dovendo gestire una situazione tutt’altro che semplice. Una cosa è certa: il Milan deve fare il salto immediato. E Ibrahimovic porterebbe carisma e trascinerebbe il gruppo con la sua perfezione. 

Di contro, però, c’è un Piatek ritrovato che in questo momento è difficile da sostituire, sia per mancanza di alternative, sia perché ormai Pioli pare aver trovato la quadratura del cerchio, dopo settimane di tentativi: il polacco non segnava dalla prima dell’ex tecnico di Inter e Fiorentina sulla panchina del Milan, quella sfida contro il Lecce del 20 ottobre scorso. Un’eternità per un attaccante, sei gare senza realizzare gol, ma si sa che «buttarla dentro» è sempre la medicina migliore. E Ibrahimovic? Ormai manca poco, entro 24/48 ore svelerà la sua prossima squadra. Su di lui ci sono diverse squadre, ma tutto sembra portare il ragazzo verso il Milan. Il Diavolo sarebbe ad un passo da Ibra, che tornerebbe per la terza volta a Milano, la seconda su sponda rossonera. C’è anche il Napoli sullo svedese, sebbene Ancelotti ieri non si sia esposto più di tanto: «Ibra? L’ho sentito ieri sera: mi ha detto che è a Los Angeles, sta alla grande». Chi ha alzato bandiera bianca è invece il Bologna: «Ibrahimovic non verrà a Bologna: ha fatto altre scelte», le parole del direttore sportivo dei felsinei, Walter Sabatini

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