Milano, 2 dicembre 2017 - “S’i’ fosse foco”. Tra Gattuso e De Zerbi la rivalità non è scritta nelle stelle dell’oroscopo (il primo è un Capricorno, il secondo un Gemelli: segni di terra e aria) ma nel modo di vivere il calcio. Da giocatori così diversi, praticamente agli antipodi; da allenatori così affini (e con un passato di esonero comune al Palermo), praticamente in copia carbone. Da giocatori due carriere opposte: il Gattuso giramondo sboccia con il sudore e la rabbia agonistica, il talentuoso De Zerbi (fiore all’occhiello proprio del vivaio del Milan) invece delizia gli occhi per tocco di palla e dribbling ma resta impastato nelle serie minori. Da allenatori invece una filosofia comune: il culto del gruppo, la determinazione in panchina e la grinta - che finisce anche sopra le righe - in un continuo muoversi a bordo campo, tra urla motivazionali e gesti di incoraggiamento.
La rissa sfiorata tra i due allo Zaccheria durante quel bollente Foggia-Pisa di due stagioni fa è lo specchio dell’anima di due tecnici che vivono la gara con spirito guerriero - tanto che alcune agenzie di scommesse bancano a 21 la quota sull’espulsione di Gattuso a Benevento -: a scatenare il pandemonio (i due vennero separati da staff e calciatori) la bottiglietta lanciata dagli spalti sulla testa di Gattuso e la decisione dell’allora tecnico del Pisa di mettere una borsa del ghiaccio in mondovisione per lenire il dolore e continuare a seguire la gara dalla panchina; una “sceneggiata” (al limite della simulazione) secondo De Zerbi che in queste ore punge nuovamente su quel precedente Gattuso: «Spero di non vederlo più con la borsa del ghiaccio in testa...». Vedremo se Gattuso risponderà a tono a De Zerbi oggi, nella prima vera conferenza stampa, oppure lascerà correre per onorare lo stile Milan. Ma sembra chiaro che l’ascia di guerra tra i due, unici Under40 ad allenare in Serie A, non sia affatto seppellita.
La cabala. Ora, per Gattuso la gara contro il Benevento è da approcciare come “una finale del Mondiale”: per dare una mossa alla classifica e per non essere da meno dei suoi predecessori. Nel dopo-Allegri infatti ogni nuovo allenatore del Milan ha sempre esordito con una vittoria: Seedorf (Milan-Verona, 1-0), Inzaghi (Milan-Lazio, 3-1), Mihajlovic (Milan-Perugia, 2-0, in Coppa Italia), Brocchi (Sampdoria-Milan, 0-1) e Montella (Milan-Torino, 3-2). Intanto la quesione stadio entra nel vivo: entro Natale un nuovo incontro con il Comune di Milano per studiare le strategie dopo il no a Rogoredo, intanto il sindaco di Sesto San Giovanni propone la zona delle aree Falck per costruire il nuovo impianto. Ma rimanere San Siro resta al momento l’opzione più percorribile.
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