Calciomercato, United e Psg mettono gli occhi su Bonucci

Mourinho vuole un centrale di livello. A Tuchel piace il rossonero per la difesa a tre (e ci sarebbe lo zampino di Buffon)

Leonardo Bonucci

Leonardo Bonucci

Milano, 2 luglio 2018 - Manchester United e Paris Saint Germain sulle tracce di Leonardo Bonucci. L’esclusione dalle coppe, la difficile situazione legata alla proprietà, il pesante rosso di bilancio - con la necessità di raggiungere il break even al più presto - sono componenti che possono incidere sul futuro del capitano del Milan, stipendio più alto dell’intera Serie A (7,5 milioni più bonus) e ambizioni da Champions. Premessa: Bonucci non ha chiesto la cessione, è soddisfatto al Milan ed è entusiasta di lavorare con Gattuso. Postilla: il Milan ha bisogno di cedere un big per esigenze economiche e 40 milioni potrebbero fare vacillare la dirigenza.  Ed ecco  allora spuntare gli interessamenti dall’estero: Mourinho vuole un centrale di assoluto livello per cercare di competere fino alla fine con il City per la conquista della Premier League. Tuchel invece è convinto di giocare con la difesa a tre, modulo che esalta le qualità di Bonucci, con cui si sarebbe fatto sentire anche Buffon, suo ex compagno alla Juventus e prossimo portiere dei francesi. Ma il Milan non nasconde la volontà di muoversi in maniera diversa e il desidero di trattenere il pilastro Bonucci, dopo aver rinnovato il contratto con Romagnoli. Donnarumma e Suso, infatti, garantirebbero plusvalenze ben superiori - il loro residuo a bilancio è praticamente nullo -. Un indizio, in tal senso, lo può regalare una grafica pubblicitaria di Puma - da ieri sponsor, dal 6 le magliette saranno in vendita nei negozi -: in primo piano c’è proprio Bonucci, con la fascia di capitano al braccio, mentre sono assenti - tra i nomi di grido - proprio Suso e Donnarumma. Restano da piazzare anche Bacca e André Silva, sibillino sul proprio futuro dopo l’eliminazione del Portogallo del Mondiale: “Resto al Milan? Non è il momento di parlarne”.

Conto alla rovescia. Entro il 6 luglio intanto Yonghong Li dovrà rifondere al fondo Elliott i 32 milioni di euro, prestati per far fronte all’ultima rata dell’aumento di capitale. Due campane ben diverse suonano: sponda Li c’è la granitica certezza di avere a disposizione quei capitali entro il weekend ed essere quindi in grado di far scattare il rimborso, guadagnare tempo da proprietario del Milan e cercare di strappare condizioni migliori ad un potenziale acquirente; Elliott invece è pronto ad ogni evenienza d ad approntare il piano di gestione del Milan: prima dovrà portare davanti al Tribunale del Lussemburgo l’insolvente Li per far scattare l’escussione delle quote in pegno. È una corsa contro il tempo, per qualcuno un conto alla rovescia verso l’inevitabile.  

 

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