Futuro del Milan: Elliott-Arnault, fase decisiva della trattativa

Non solo Ibrahimovic. A fari spenti va avanti la trattativa per la cessione del club a Bernard Arnault: l’ex Ariedo Braida pronto a tornare

Ariedo Braida, ex direttore sportivo del Milan nell’epopea vincente di Silvio Berlusconi

Ariedo Braida, ex direttore sportivo del Milan nell’epopea vincente di Silvio Berlusconi

Milano, 9 gennaio 2020 - Salvare il “salvabile“ (confidando in un concreto aiuto di Zlatan Ibrahimovic e magari in un paio di rinforzi attesi a Milanello) e programmare il futuro. Anche con un passaggio di consegne che non pare affatto una stravagante idea mediatica. Sono giorni delicati in Casa Milan: da un lato c’è l’aspetto tecnico e una classifica che preoccupa, dall’altro le questioni societarie e le possibili ripercussioni per quel che sta accadendo. E una trattativa (quella a fari spenti fra il Fondo Elliott e il francese Bernard Armault) che procede spedita a fari spenti. Nonostante morbide smentite “social“, infatti, sin dalla scorsa estate si sono poste le basi per un’operazione tanto clamorosa quanto necessaria per il rilancio del club rossonero. Persino Giorgio Armani, in una recentissima intervista, ha confermato che l’uomo d’affari francese che rappresenta il marchio Vuitton "ambisce ad una piazza come Milano".

A fare da intermediario tra il magnate del lusso (già proprietario di oltre 70 firme di alta moda) e il fondo statunitense ci sarebbe un pilastro dell’epopea berlusconiana, ovvero l’ex direttore generale Ariedo Braida. Ovviamente da parte dell’ex braccio destro di Adriano Galliani nessuna conferma a tal proposito, ma c’è la sensazione che si possa andare incontro all’ennesimo ribaltone del club. Due sono i punti fondamentali della trattativa, che Arnault vorrebbe chiudere a titolo personale (già effettuata la “due diligence“) e non come uomo-immagine del marchio Vuitton entro la fine dell’attuale stagione calcistica: la questione stadio e la cifra richiesta dall’attuale proprietà. Per quanto concerne il nuovo impianto, si attende l’ok da parte dell’amministrazione comunale milanese. Da ciò ovviamente dipende la questione economica, perché è impensabile che Arnault accetti di pagare il famoso miliardo richiesto da Elliot senza la garanzia di avere il nuovo stadio. Tra l’altro, secondo i beneinformati, l’uomo d’affari francese sarebbe più propenso ad una ristrutturazione di San Siro. Non solo: va poi considerato che il valore attuale del Milan è di 560 milioni. La speranza di Arnault, quindi, è quella di chiudere il prima possibile per una cifra che oscilli fra i 700 e gli 800 milioni (così Elliott “coprirebbe“ gli investimenti fatti).

Intanto dopo un lungo silenzio è tornato a parlare uno dei discussi protagonisti della precedente gestione cinese. A confidarsi con la stampa è stato Han Li, braccio operativo dell’ex patron Yonghong Li. In una lunga intervista a Forbes, Han Li scarica la responsabilità del fallimento di quell’avventura sui “poteri forti“: "Finora abbiamo taciuto perché non abbiamo fiducia in nessuno, a partire dai media - lo sfogo di Han Li -. Questi ultimi ci hanno massacrato, sempre a ridosso di eventi importanti". Ma Han Li accusa anche Elliott: "A febbraio 2018 ho chiesto ad uno degli uomini di Elliott se fossero loro i registi degli attacchi mediatici che ci col pivano e se il tutto era volto a far si che il club finisse nelle loro mani. Hanno sempre negato. Ma se il fondo si fosse comportato nel modo migliore, tutto quello di cui avremmo avuto bisogno sarebbe stato il rifinanziamento del debito da parte loro. Non è filato liscio come ci aspettavamo".

Rimpianti anche sulla decisione di Berlusconi di non accettare la carica di presidente onorario: "All’inizio aveva accettato. Nei giorni successivi, però, ha cambiato idea senza darci una spiegazione". Non mancano altre sorprendenti affermazioni: "Il club costava 10 milioni al mese, più di quanto ci saremmo aspettati. Siamo rimasti molto sorpresi quando abbiamo dato un’occhiata alla situazione finanziaria nel vedere che c’erano quasi zero ricavi dalla CIna". Chiosa finale con un attacco generico: “Non abbiamo avuto problemi con i tifosi, ma con la gente importante, quella di alto livello, che ha il potere di proteggere i suoi interessi. Loro avrebbero fatto di tutto per tenerci lontani". Parole che hanno trovato immediato consenso da parte di Yonghong Li che applaude via Twitter: "Il mio amico David ha parlato delle circostanze che hanno caratterizzato il nostro acquisto del Milan. La comunità rossonera ha bisogno di sentire queste cose".  

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