Milan: Kalinic, il bomber dalle due velocità

L’attaccante croato decisivo in nazionale ma in rossonero stenta a decollare

Nikola Kalinic, con il Milan non ha espresso tutto il suo potenziale

Nikola Kalinic, con il Milan non ha espresso tutto il suo potenziale

Milano, 11 novembre 2017 - Nikola Kalinic sembra viaggiare a doppia marcia: da una parte il giocatore che in Nazionale esprime il suo pieno potenziale (a segno anche giovedì con la Grecia), che contende ad un guerriero come Mandzukic il ruolo di centravanti titolare, che nelle ultime 11 presenze (molte delle quale arrivate a partita già in corso) centra 7 gol di cui alcuni davvero pesanti (chiedere alla Spagna all’ultimo Europeo); dall’altra il giocatore che al Milan fatica ad inserirsi, a determinare, ad essere funzionale al gioco di Montella (ovvero la caratteristica per cui il tecnico lo ha voluto fortemente in estate, preferendolo ai vari Aubameyang e Belotti) e che i numeri stanno stroncando: 13 presenze tra campionato ed Europa League, appena 3 gol e 2 assist che hanno complessivamente donato 3 punti al Milan (in virtù della doppietta con l’Udinese). Troppo poco per chi invece avrebbe dovuto fare da chioccia ad André Silva per non opprimerlo di una pressione eccessiva nell’adattamento al calcio italiano. BOMBER, CHE FATICA! Eppure il giocatore è lo stesso. Così i dati sulle difficoltà dei centravanti nelle squadre di Montella (che il tecnico però considera una leggenda metropolitana) suonano sinistre. Da quando Montella siede su una panchina professionistica il giocatore che in una singola stagione ha segnato il maggior numero di gol è Pepito Rossi (16 reti nel 2013/14 con la maglia della Fiorentina). In ordine cronologico poi arrivano un centrocampista come Lodi (11), un fantasista come Jovetic (13), un trequartista come Ilicic (8) e una mezzala come Soriano (5). Poi arriva il Milan 2016/17 e le difficoltà registrate da un purosangue della rete come Bacca (13): caso non certo fortuito il colombiano ora al Villarreal è tornato a segnare con una certa regolarità. In questo momento è un altro attaccante atipico come Suso (5) la principale bocca da fuoco di Montella. SUSO SPAVENTA IL MILAN. Ed è proprio lo spagnolo, anzi il padre, a mandare un messaggio alla dirigenza dei rossoneri. «Se torna in Spagna - spiega Jesus Fernandez - sarà per una grande squadra. Fin da piccolo tifa Real Madrid, le sue foto da piccolo sono sempre in Blanco». Parole che non possono tranquillizzare il club rossonero visto che al rinnovo di contratto Suso (che oggi dovrebbe debuttare con la maglia della Spagna) ha voluto inserire una clausola rescissoria da 50 milioni di euro, una cifra tutto sommato “modesta” per i valori di mercato usciti la scorsa estate. Ma che Suso sia il leader tecnico della squadra lo ammette anche Borini, intervenuto nella Q&A per interagire con i tifosi: «È il giocatore che mi ha impressionato di più, lo avevo già conosciuto al Liverpool. È cresciuto molto dal punto di vista tecnico e mentale». Recuperare Kalinic e non perdere Suso: solo così il quarto posto (o la vittoria in Europa League) per rendere soddisfacente la stagione non sarà un traguardo impossibile da raggiungere. Concetto ribadito da un Borini che non pone limiti: «Le prime stanno volando ma non credo possano reggere questi ritmi per tutta la stagione. Sono positivo su quello che possiamo fare, il girone d’andata sta finendo, le gare di rodaggio le abbiamo fatte e adesso possiamo fare bene».

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