Abolizione del vincolo sportivo: Lega Dilettanti al contrattacco

Il numero uno della LND: "Il vincolo è essenziale per la sussistenza dei club". Intanto dai club si levano voci di protesta

Cosimo Sibilia

Cosimo Sibilia

Milano, 26 novembre 2020 – La Lega Nazionale Dilettanti non ci sta e, prontamente, replica nella persona del suo presidente alle dichiarazioni del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora rispetto alla modifica per Decreto Legge del vincolo sportivo e all'introduzione di nuove norme in materia di lavoro. La LND, che rappresenta 12 mila società di calcio dilettantistico in Italia, si dichiara infatti contraria a qualsiasi variazione alle norme attualmente in vigore che regolano questi due ambiti dell'attività sportiva.

Sibilia al contrattacco

"Le norme sul vincolo sportivo presenti nei decreti attuativi rappresentano una grave minaccia per l'esistenza del calcio dilettantistico a partire dalle scuole calcio, coinvolgendo l'intera filiera dell'attività giovanile, che è la vera risorsa del movimento unitamente all'attività delle prime squadre fondata principalmente sulla valorizzazione dei giovani" le parole del numero uno della LND, Cosimo Sibilia, nel commentare l'approvazione dei testi da parte del Consiglio dei Ministri. «Il vincolo di tesseramento, invece, assunto con le tutele già presenti, costituisce un elemento essenziale di sussistenza per ogni singola società dilettantistica, pertanto va mantenuto nella sua attuale regolamentazione. Non esistono, in senso assoluto, forme d'indennizzo che possano surrogarlo. E poi come si può pensare, specie in questo particolare momento storico, di mettere sulle spalle delle ASD anche il fardello dei rapporti di lavoro, dimenticando completamente i sacrifici e gli oneri già pesantissimi che gravano su realtà che basano la loro opera sul volontariato?" chiosa. Sibilia fa dunque appello alla Federcalcio per far sì che intervenga prontamente: "La Figc, titolare in materia, deve attivarsi in totale opposizione a queste paventate norme che, se entrassero in vigore, decreterebbero l'estinzione di migliaia di società affiliate alla stessa Federazione. Rispetto alla questione del vincolo la Lega Dilettanti non si è mai sottratta al dialogo con tutti i soggetti coinvolti, a partire dall'Aic, coordinandosi con la Figc".

Club in rivolta

Intanto sono già molte le voci di protesta che si stanno alzando dai club dilettantistici lombardi dopo la notizia dell’abolizione del vincolo sportivo a partire dal 2022: "Per me era meglio abbassarlo dai 25 ai 22 anni, questa sarà la fine del nostro calcio - spiega Colciago, presidentessa Suprema Odb -. I giocatori non troveranno più squadre dove giocare e se un compagno lascerà una società verrà seguito dai suoi amici e la società in questione si ritroverà a inizio di ogni stagione a rifare la rosa da zero". La presidentessa di Paderno Dugnano continua: "L’abolizione del vincolo farà smettere tanta gente di lavorare e giocare perché le società con un nome potranno permettersi di scegliere come hanno sempre fatto e sceglieranno ancora più volentieri ma dopo che prendono 20 giocatori sono a posto, i club come il mio invece dovranno andare a supplicare per avere dei giocatori. Non so a quanto ammonti questo nuovo “premio di formazione” ma sicuramente senza il premio di preparazione tanti club non faranno più le prime squadre restando solo sulle giovanili".

Sulla stessa linea il direttore sportivo dell’Enotria, Giovanni Stringhini: "Prima della riforma le società riuscivano a far pagare quote ragionevoli alle famiglie, ora senza vincolo e, di conseguenza, senza i premi preparazione i club potrebbero essere costretti ad alzare le quote di iscrizione annuali e chi sarà danneggiato maggiormente saranno le famiglie dei giocatori. La Federazione ti dice, giustamente, che devi avere in società il medico, la psicologa, allenatori abilitati e un’infinità di altre cose ma non si rende conto che mantenere tutto questo non è uno scherzo. Il vincolo sportivo era l’unica garanzia di sopravvivenza per chi fa settore giovanile". Tra le voci di protesta c’è chi poi propone di mettere il vincolo già a 10 anni perché le società dilettantistiche non possono programmare nulla, dividendo magari il vincolo per categoria (ad esempio un Giovanissimo deve almeno fare i due anni della categoria nella stessa società). Chiude il pensiero di Luigi Nigro, ds della Vis Nova: "Se non verrà riconosciuto niente alle società formative sarà un disastro assurdo per tutte le realtà giovanili, se invece verrà comunque dato un premio di formazione dovremo capire com’è formulato il tutto".

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